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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2013 alle ore 17:12.
Comprare un fondo di investimento e trovarsene un altro nel dossier titoli. Può essere dannoso per i risparmiatori, ma succede: naturalmente previa comunicazione del cambio al cliente a mezzo stampa e corrispondenza privata della società che promuove il prodotto.
I fondi possono cambiare casacca per diversi motivi: perché il capitale raccolto è troppo esiguo per assicurare una gestione efficiente; perché la modifica rientra in una risistemazione della gamma offerta dalla società; o, ancora, perché i fondi di una società vengono acquisiti da un'altra e quindi, come nelle aggregazioni di qualsiasi specie, qualche doppione viene sacrificato.
Qui ci occupiamo in particolare dei fondi a termine o a scadenza. Che sono di diverse tipologie: garantiti, protetti, indicizzati all'andamento di listini azionari e indici obbligazionari, a formula, a cedola. Prodotti lanciati sul mercato con l'avvio della crisi finanziaria, per riconquistare i risparmiatori che avevano iniziato ad abbandonare il risparmio gestito perché delusi dalle performance, spinti anche dalle banche che preferivano collocare obbligazioni proprie o polizze più remunerative, assicurandosi liquidità senza il timore di doverla restituire con poco preavviso.
Nello specifico i primi fondi a scadenza sono stati lanciati cinque/sei anni fa per tranquillizzare le famiglie che cercavano maggiori garanzie di risultato e di conservazione del capitale, e apprezzavano pure il pagamento di dividendi periodici. Tali prodotti, come si diceva, cominciano ad arrivare a termine. Dopo la scadenza prevista, la maggior parte dei fondi con una durata predefinita si tramuta in fondi monetari; dunque, in strumenti che offrono un semplice parcheggio della liquidità, poco fruttiferi ai tassi d'interesse attuali. A volte, invece, dopo un certo periodo il capitale residuo viene inglobato in un nuovo fondo, con una nuova scadenza (anche cinque anni) e caratteristiche diverse.
Succede, per esempio, che un fondo garantito scaduto venga incorporato in un fondo con capitale protetto; che la quota sia protetta solo nel giorno di scadenza del fondo e non in caso di uscita anticipata; che la gestione passi dalla finalità della "crescita moderata del capitale" alla pura "conservazione del capitale", oppure a una politica di investimento flessibile, che implichi un portafoglio con una componente di azioni, più rischiosa e senza nessun tipo di paracadute.
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