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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2013 alle ore 08:26.

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Non si sblocca l'impasse sul gruppo immobiliare Risanamento. Ma se la situazione appare meno confusa sul versante Santa Giulia, il quartiere milanese da valorizzare e per il quale c'è un'offerta concreta presentata l'altro ieri da Idea Fimit, tutta da verificare è la querelle in corso sui pregiati immobili parigini del gruppo, che di giorno in giorno stanno facendo venire alla luce i potenziali interessati con veri colpi di teatro: come l'Opa (a 0,25 euro ad azione) che si dice pronto a lanciare Luigi Zunino sull'azienda quotata. L'imprenditore piemontese è stato il proprietario di Risanamento, prima che la società nel 2009 venisse travolta dal debito e finisse sotto le cura del Tribunale con il successivo salvataggio delle banche in base all'articolo 182 bis della legge fallimentare.
Ieri c'era attesa perché sul mercato si sperava che dal Cda di Risanamento guidato da Claudio Calabi emergesse qualche decisione, o quantomeno qualche commento, sia sull'offerta di Idea Fimit su Santa Giulia sia sulla mossa (non proprio a sorpresa) di Zunino.
Tuttavia l'impasse non si è sbloccata in quanto il board di Risanamento (ancora oggi caricata da miliardo e 800 milioni di debiti) non ha deliberato in merito alla proposta di Idea Fimit (gruppo De Agostini) per Santa Giulia nè tantomeno sull'Opa che ha promesso di lanciare Luigi Zunino. La vendita di Santa Giulia alla Sgr guidata da Massimo Brunelli e l'offerta dell'imprenditore piemontese sono due vicende totalmente separate, che tuttavia stanno andando avanti in modo contemporaneo.
Sulla promessa di scalata di Zunino, ieri il titolo di Risanamento ha fatto a Piazza Affari un bel volo: con una crescita del 6,5 per cento. L'ex patron del gruppo ha infatti inviato una lettera a tutte le banche esposte (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Popolare, Mps, Bmp) dicendosi pronto all'Opa se le banche accetteranno le sue condizioni e, in particolare, se un istituto di credito (cioè il Banco Popolare) finanzierà per circa 200 milioni la scalata.
Per ora sull'offerta di Zunino non sarebbero arrivati commenti, ma i nodi principali da sciogliere restano appunto legati alle decisioni degli istituti di credito. Da una parte non è ancora certo cosa farà il Banco Popolare, che deve ancora esaminare il piano di Zunino. La banca guidata da Pier Francesco Saviotti resta la più esposta verso il "Sistema holding", cioè le tre società a monte dell'imprenditore (Zunino investimenti Italia, Tradim e Nuova Parva). Dall'altra parte, gli altri istituti di credito (in particolare Intesa e UniCredit) dovranno mettere mano al portafoglio, se l'offerta dovesse essere accettata, rifinanziando per 260 milioni il bond Risanamento in circolazione. Così, sul mercato, c'è chi pensa che il coup de théâtre di Zunino altro non sia che una mossa per cercare di prendere le luci del palcoscenico rispetto all'offerta del fondo sovrano del Qatar, che con il suo advisor Lazard è pronto a rilevare gli immobili parigini del Triangle d'or. Quest'ultima proposta era, in particolare, stata apprezzata proprio da Intesa e Unicredit. Insomma, se su questo fronte la situazione appare complessa, più definita appare invece l'evoluzione dell'offerta di Idea Fimit su Santa Giulia. Il consiglio di amministrazione ha dato mandato all'Ad Claudio Calabi di approfondire l'analisi dei termini e delle condizioni della proposta. Il cda verrà così convocato entro fine mese, termine di scadenza dell'offerta.
Il progetto di Idea Fimit prevede la costituzione di un fondo nel quale far conferire Santa Giulia a un valore complessivo di 713 milioni. Anche in questo caso sarà necessario rifinanziare il debito con le banche per 325 milioni, un tassello che sembra possibile sistemare nelle prossime settimane.
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