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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2013 alle ore 13:31.

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«Negli ultimi mesi i fondi di investimento, prevalentemente di natura obbligazionaria, che prevedono la distribuzione di cedole periodiche ai sottoscrittori, hanno messo a segno significativi risultati di raccolta.
La distribuzione dei proventi è infatti particolarmente gradita ai risparmiatori che, in una fase di difficoltà economica e di contrazione del potere d'acquisto, ottengono il risultato di integrare i propri redditi con la remunerazione proveniente dagli investimenti finanziari.

Alcuni fondi prevedono una distribuzione periodica dei proventi realizzati, con uno stacco di cedole di importo variabile, la cui misura dipende dal risultato di gestione del fondo.
In altri casi alcune società di gestione offrono invece fondi che distribuiscono cedole di importo predeterminato, il cui valore può essere diverso dal risultato di gestione realizzato dal fondo: in particolare, se il valore della cedola risultasse superiore ai proventi effettivamente conseguiti dal Fondo, si darebbe luogo ad una parziale restituzione del capitale al sottoscrittore.

Nonostante le avvertenze che le società di gestione si preoccupano di inserire nella documentazione d'offerta e nel KIID del Fondo, la distribuzione di cedole di ammontare fisso e potenzialmente superiori al risultato del Fondo, può ingenerare nel sottoscrittore una errata percezione della natura e del rendimento del proprio investimento, confondendo il valore percentuale della cedola con la performance del fondo.
A differenza di un'obbligazione il cui prezzo è a "corso secco", le quote dei Fondi, come le azioni, sono di tipo "tel quel", ossia sommano al corso secco il valore unitario di tutti gli interessi ed gli utili realizzati e delle plusvalenze nette. Quindi all'atto della distribuzione della cedola, il valore unitario della quota dei fondi si riduce in misura corrispondente all'ammontare distribuito. Per calcolare correttamente il risultato del proprio investimento, il sottoscrittore dovrebbe congiuntamente considerare il valore delle cedola ricevuta e la variazione del valore unitario della quota. Ciò non risulta agevole soprattutto per i risparmiatori "retail" con scarse conoscenze ed esperienze in materia finanziaria.

E' lecito inoltre domandarsi se la distribuzione dei proventi mediante una cedola predeterminata e fissa, oltre ad essere inopportuno poiché contraria ai principi di protezione degli investitori, sia un comportamento legittimo dal punto di vista delle norme che regolano la gestione collettiva.
Se è vero infatti che sia la Direttiva Ucits che il Regolamento della Banca d'Italia in materia di gestioni collettive demandano al regolamento del fondo il compito di determinare le eventuali modalità di distribuzione dei proventi, è da sottolineare che tali norme fanno esplicito riferimento alla sola distribuzione dei proventi e non del capitale dei fondi.

Infine, dal punto di vista dell'industria dei fondi di investimento, l'introduzione di fondi che effettuano la distribuzione di una cedola fissa può essere considerato lesivo della concorrenza rispetto agli altri prodotti offerti sul mercato che si limitano a distribuire i proventi realizzati oppure ne prevedono la capitalizzazione.»
Massimo Scolari

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