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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2013 alle ore 09:44.

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Mps convoca i soci per eliminare il tetto del 4% ai diritti di votoMps convoca i soci per eliminare il tetto del 4% ai diritti di voto

Sarà l'assemblea straordinaria di Banca Mps, convocata per il 18 e 19 luglio, a decidere se togliere il tetto del 4% al diritto di voto per gli azionisti. Una limitazione che l'attale statuto non prevede per la Fondazione Mps. La convocazione, formalizzata ieri sera dal consiglio d'amministrazione presieduto da Alessandro Profumo, consente all'ad Fabrizio Viola di presentare lunedì prossimo alla Commissione europea il piano di ristrutturazione del gruppo secondo le indicazioni di Bankitalia e Bruxelles.

Tra le ipotesi circolate (ma non confermate), anche quella di valutare in prospettiva un raddoppio dell'aumento di capitale già deliberato (e atteso per il 2014) da uno a due miliardi. L'assemblea di luglio è comunque finalizzata a sciogliere il nodo del 4%, oltre che adeguare lo statuto alle normative su quote di genere e limiti di età. In sede ordinaria, invece, prenderà in esame la sospensione del consigliere Michele Briamonte dichiarata dal cda del 28 maggio. Il neo sindaco di Siena, Bruno Valentini, chiede un «rinvio sulla revisione del limite del 4%» e un «intervento del Governo su Bruxelles».

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Intanto, con il via libera del ministero dell'Economia, è entrato in vigore il nuovo statuto della Fondazione Mps. Cambia la governance: l'organo d'indirizzo passa da 16 a 14 membri, di cui solo la metà designati da Comune di Siena (quattro), Provincia (due) e Regione Toscana (uno). Gli altri sette spettano (una poltrona ciascuno) a Camera di commercio, Ateneo, Curia, Università per stranieri, consulta del volontariato e due istituzioni d'importanta nazionale o internazionale da individuare. Le ultime tre istituzioni indicheranno una rosa di tre nomi: spetterà poi all'organo d'indirizzo uscente nominare i 14 che s'insedieranno.

L'organo d'indirizzo decide il presidente, che sarà anche numero uno della deputazione amministratrice (cda), i cui consiglieri scendono da 6 a quattro. Il nuovo statuto introduce anche la sfasatura temporale di un anno nella durata in carica tra deputazione generale e amministratrice. La norma transitoria introdotta per determinare lo sfasamento stabilisce che la prossima deputazione amministratrice e il collegio dei sindaci, che saranno nominati a inizio agosto, resteranno in carica soltanto un anno. Nel 2014, dunque, ci sarà il cambio della guardia per quanto riguarda la gestione. Diventa inoltre operativo il limite di due mandati consecutivi. E le clausole d'incompatibilità tra chi designa e chi viene eletto.

Gabriello Mancini e Claudio Pieri, presidente e direttore generale della Fondazione, parlano di «risultato non scontato, dal quale esce una Fondazione rinnovata e più autonoma». Proprio il concetto di autonomia è infatti tra le novità sostanziali del nuovo statuto. «Il rapporto con le istituzioni locali è stato declinato nella maniera più giusta e opportuna, rinsaldando il legame con il territorio al riparo da interferenze di qualsiasi tipo», sottolineano mancini e Pieri.

Per il sindaco Valentini «sarebbe stato meglio rinviare il processo di revisione dello statuto» e, plaudendo ai nuovi criteri d'incompatibilità, indica la priorità nella «tutela del patrimonio della Fondazione», sulla cui dirigenza «gravano evidenti responsabilità per l'indebitamento eccessivo e la concentrazione del patrimonio in azioni Montepaschi».

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