La zona euro non ha intenzione di cambiare i termini del piano di salvataggio di Cipro, come invece richiesto dal presidente cipriota Nicos Anastasiades in una lettera inviata all'Ue. Lo assicurano tre commissari europei, come rileva la Reuters.

Il tema resta tuttavia aperto anche perché in effetti la lettera c'è ed esprime il malcontento da parte di Anastasiades che ad aprile, poco dopo essere stato eletto presidente, si è trovato catapultato in una tempesta finanziaria che ha accelerato i tempi per l'approvazione del piano di salvataggio di Cipro il 30 aprile che ha gettato ombre su Borse e risparmi.

Piano che prevede un prestito di 10 miliardi di euro da parte della Troika (Ue-Bce-Fmi) accompagnato a un prelievo forzoso sui conti correnti relativo alle disponibilità finanziarie superiori ai 100mila euro. Piano che ha portato anche alla chiusura della seconda banca dell'isola, Laiki, e alla ristrutturazione della Banca di Cipro.

«Il bail-in è stato è stato attuato senza un'attenta preparazione», ha scritto Anastasiades nella lettera. Nel piano di salvataggio non è stato tenuto conto «del pesante fardello che la ristrutturazione della Grecia ha causato a Cipro». Nella lettera il presidente non chiede esplicitamente più soldi ma fa capire che l'economia cipriota non è in grado di ripartire a fronte delle condizioni poste per il ricevimento del prestito da 10 miliardi da parte della Troika

Domani i ministri delle Finanza della zona euro discuteranno della lettera in una riunione a Lussemburgo, in attesa poi del Consiglio europeo del 27-28 giugno.

Intanto, secondo le indiscrezioni le possibilità che si arrivi a una revisione del piano sembrano remote. «Non c'è nessuna possibilità di una revisione, ma ne discuteremo giovedi», ha spiegato uno dei commissari. Un altro ha escluso la possibilità di cambiamenti a breve termine ma non ha escluso una rinegoziazione dei termini a medio termine, sulla falsariga delle misure prese nell'ambito dei due salvataggi della Grecia.

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