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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2013 alle ore 06:46.

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LE BOURGET. Dal nostro inviato
Il ministro della Difesa Mario Mauro "taglia" il taglio dei cacciabombardieri F-35 che l'Italia dovrebbe comprare. Mauro ha detto che l'Italia potrebbe ripristinare l'acquisto dei 131 supercaccia previsti in origine dal Parlamento, anziché i 90 come ha deciso il suo predecessore nel governo Monti, Giampaolo Di Paola, o un numero ancora inferiore, come chiedono vari movimenti politici. I 131 aerei, prodotti da Lockheed Martin con la partecipazione anche di Alenia-Finmeccanica e altre aziende italiane (da Aerea a Vitrociset), costerebbero circa 16 miliardi di euro, 90 aerei circa 12 miliardi.
In visita al salone di Le Bourget all'esposizione di Finmeccanica, Mauro ha risposto a una domanda sull'ipotesi di ridurre ulteriormente il numero dei "Joint strike fighter" per l'Italia: «Il Parlamento è impegnato su 131 F35, il ministero ha posto autonomamente la riduzione a 90, vedremo nel dialogo parlamentare dove si colloca l'asticella. Il Parlamento è sovrano». «Sul piano di ritorno economico e sul piano strategico», secondo il ministro, il programma «ha senso solo oltre una certa soglia. La domanda da porci è una: serve all'Italia un'aviazione civile? Io penso di sì. E con 90 aerei faremmo un lavoro di 250». «Mi rifiuto di pensare che per 20 anni il Parlamento ha sempre sbagliato. Il Parlamento è sovrano e spetta al ministro della Difesa spiegare le buone ragioni del progetto, che negli anni è stato reiterato anche con i voti del Pd. Mi auguro che il dibattito parlamentare serva ad approfondire queste potenzialità».
Il ministro non ha neppure escluso di ricorrere agli Eurofighter: «Belli aerei...», ha detto. Ma alla domanda se l'Italia procederà all'ordine della terza tranche rimasta sospesa - da 25 velivoli - si è schermito: «Vedremo, lo scopriremo solo vivendo». Mauro avrebbe avuto ieri incontri sul tema F-35 nel padiglione della Lochkeed a Le Bourget.
Mauro ha riaperto il caso F-35 mentre era a Le Bourget, nello chalet di Finmeccanica, anche Di Paola, fino a qualche mese fa un ipotetico candidato alla presidenza del gruppo italiano. Sul capitolo nomine, ancora molto incerto con vari candidati, Di Paola ha avuto la strada sbarrata dalla legge Frattini del 2004, che vieta per un anno ai titolari di cariche di governo di assumere incarichi in società nello stesso settore. Questa norma potrebbe ora essere aggirata, con una deroga, qualora il governo decidesse di nominare Gianni De Gennaro, sottosegretario ai servizi segreti nel governo Monti, ben visto dal Quirinale: se venisse concessa la deroga a De Gennaro, secondo voci, potrebbero irritarsi Di Paola e un altro ex del governo Monti, Corrado Passera, che puntava alla Cdp.
La società italofrancese Atr, posseduta in parti uguali da Alenia Aermacchi e da Eads, ha annunciato un "accordo storico" per vendere aerei per passeggeri turboelica Atr-600 alla società di leasing danese Nordic Aviation. L'accordo prevede l'ordine fermo di 35 aerei e un'opzione fino all'acquisto totale di 90 aerei. Atr dice che il contratto, incluse le opzioni, vale oltre 2,1 miliardi di dollari. In realtà l'ordine vero, dei 35 Atr, vale circa 830 milion di dollari.
Alenia Aermacchi ha siglato un accordo con il ministero della Difesa per definire le specifiche operative e collaborare allo sviluppo di un nuovo addestratore basico, l'M345. Potrebbe entrare in servizio nel 2017-2020.
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