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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2013 alle ore 15:44.
Telecom Italia divisa in due entro fine anno: da una parte Opac con la rete d'accesso, dall'altra Ti ServiceCo con tutto il resto. Nel corso dell'audizione in Senato, appena conclusa, è stato presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, a delineare le tappe del progetto di societarizzazione della rete d'accesso che mira ad assicurare da una parte parità di trattamento a tutti gli operatori del settore nell'utilizzo dell'infrastruttura di tlc fissa e dall'altra a recuperare maggiore flessibilità nell'operatività dell'incumbent. A livello di sistema, con una regolamentazione stabile e che consenta un'adeguata remunerazione, il nuovo contesto dovrebbe favorire un'accelerazione degli investimenti in banda ultralarga, velocizzando la capacità di navigazione Internet e aumentando la copertura territoriale. Nel capitale della società della rete, che potrebbe avere un organico di circa 22mila dipendenti, potranno entrare la Cdp o eventualmente altri investitori privati infrastrutturali.
«Il nostro auspicio è che l'iter regolamentare possa concludersi entro fine 2013-inizio 2014, in modo da poter poi avviare tempestivamente l'operatività della nuova società», ha spiegato Bernabè alle commissioni Lavori pubblici-Comunicazioni e Industria, Commercio, Turismo in Senato. «Siamo convinti che il progetto di separazione societaria della rete d'accesso avrà riflessi positivi per Telecom Italia e per i suoi azionisti, ma soprattutto, per il nostro Paese che, attraverso questa profonda riorganizzazione del settore, potrà beneficiare di un notevole rilancio degli investimenti in uno dei comparti più rilevanti per la modernizzazione», ha sottolineato il presidente Telecom.
Il progetto, ha aggiunto però Bernabè, «necessita della condivisione del Parlamento, del Governo e dell'Autorità delle comunicazioni. Spetterà al Parlamento e al Governo definire e mettere in campo interventi di politica industriale in grado di rilanciare il settore; spetterà invece all'Autorità di settore definire un quadro di regole più flessibile, idoneo al nuovo assetto competitivo e in linea con i principi indicati nella proposta di Raccomandazione del Commissario Ue all'Agenda digitale Neelie Kroes».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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