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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2013 alle ore 23:20.

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Wall Street spezza la serie negativa con l'aiuto della banca centrale cinese. Volatilità in calo

Una serie di dati macroeconomici positivi uniti a commenti giunti da una serie di banchieri centrali hanno spinto al rialzo gli indici a Wall Street, che hanno così cancellato parte delle perdite viste nella prima seduta della settimana. È così terminato, almeno per questa seduta, quello che alcuni operatori hanno definito un mercato che in tre delle ultime quattro giornate di borsa "ha perso molto sangue".

Il Dow Jones ha guadagnato 140 punti, l'1%, a quota 14.799. Solo il giorno prima ne aveva persi 140, con punte nel durante di -248 punti. Lo Standard & Poor's 500 è salito di 19 punti, l'1,2%, a quota 1.592 con tutti i 10 settori in positivo. Il Nasdaq ha registrato un +33 punti, l'1%, a quota 3.354.

Segno del miglioramento dell'umore tra gli investitori è il Vix. L'indice della volatilità è sceso dell'8% circa portandosi in area 18. In generale, si dice sul floor del New York Stock Exchange, gli operatori di borsa stanno ancora digerendo l'eventuale riduzione del piano di acquisto di Treasury e bond ipotecari da parte della Federal Reserve, ipotesi che la settimana scorsa ha fatto perdere agli indici in media il 2%. Il governatore uscente della Bank of England, Mervyn King, ha detto che chiunque creda che la Fed o qualsiasi altra banca centrale inizierà presto ad alzare i tassi ha fatto un ragionamento azzardato. Insomma, si sbaglia. D'altra parte lo aveva detto la settimana scorsa lo stesso Ben Bernanke: "tapering" non è "hiking".

Anche un funzionario della People's Bank of China ha tentato di porre un freno alle preoccupazioni di una stretta del credito in Cina: la banca centrale cinese, ha assicurato, monitora la situazione e considera normale la volatilità dei tassi interbancari (quelli con cui le banche si prestano denaro). Queste parole hanno permesso allo Shanghai Composite, arrivato nel durante sui minimi di quattro anni e mezzo con cali fino al 5,8%, a chiudere la seduta di martedì in calo solo dello 0,2%.

Rassicurazioni a parte, la seconda seduta della settimana a Wall Street ha tratto spunti da un quadro macro incoraggiante: la fiducia dei consumatori a giugno si è portata ai massimi del gennaio 2008 e gli ordini di beni durevoli a maggio sono balzati più delle attese con un +3,6%. Dal comparto immobiliare sono poi arrivate altre conferme della ripresa in corso: le vendite di nuove case a maggio hanno raggiunto livelli che non si vedevano da quasi cinque anni mentre i prezzi delle abitazioni ad aprile hanno registrato il maggiore incremento mensile da quando viene calcolato l'indice Case-Shiller. Domani focus sulla lettura finale del Pil del primo trimestre.

A livello societario, Bank of America (+3%) ha guidato i rialzi sul Dow Jones, seguita da Verizon (+2,69%) e JP Morgan (+2,28%). Solo quattro sui 30 titoli che compongono l'indice hanno perso terreno: UnitedHealth (-1,42%), Merck (-0,39%), Cisco System (-0,21%) e Microsoft (-0,13%). Nel giorno in cui il presidente americano Barack Obama ha presentato un nuovo piano per combattere il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra, il produttore di pannelli solari First Solar (+7,83%) ha registrato la migliore performance sull'indice benchmark di Wall Street.

Sul fondo invece dell'S&P 500 la catena di farmacie Walgreen (-5,89%): il balzo degli utili trimestrali del 16% non ha soddisfatto gli analisti. Si segnala il tonfo di Barnes & Noble (-19,79%): la catena di librerie abbandona la produzione del tablet Nook HD e HD +. E' troppo alta la competizione con giganti come Amazon e Apple. La società si focalizzerà su tablet che permettono esclusivamente la lettura (in bianco e nero) di e-book.

Nel reddito fisso, i prezzi dei Treasury hanno archiviato la settima sessione consecutiva in ribasso, complice un'asta di titoli a due anni incapace di attrarre l'interesse degli investitori. I prezzi del decennale hanno perso 11/32 con rendimenti - che si muovono inversamente ai prezzi - al 2,586% dal 2,546% del giorno prima. Quelli dei titoli a 30 anni hanno ceduto 30/32 al 3,611%.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio ad agosto è salito dello 0,1% a 95,32 dollari al barile alla vigilia delle scorte settimanali che dovrebbero risultare in calo. Il contratto a giugno dell'oro ha lasciato sul terreno lo 0,2% a 1.274,80 dollari all'oncia.

Per quanto riguarda le valute, il dollaro ha guadagnato contro le principali divise, grazie ai dati macroeconomici positivi. La moneta unica è passata a 1,3095 dollari da 1,3122. Il biglietto verde si è spinto a 97,76 yen da quota 97,66 del giorno prima.

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