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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2013 alle ore 19:35.
Ancora una volta l'Italia ha battuto la Francia sul suo terreno di casa: l'intervento pubblico nell'economia nazionale. Anche nel 2012, come per la prima volta nella storia avvenne nel 2011, la Cassa depositi e prestiti ha infatti superato per attivo - cioè la consistenza delle partecipazioni e dei prestiti - quello della Caisse des dépôts et consignations, uno dei leader incontrastati dell'intervento pubblico dell'Europa.
In particolare, nel 2012 sotto la guida del presidente Franco Bassanini e dell'ad Giovanni Gorno Tempini, la Cdp ha enormemente ampliato il suo raggio di azione passando dall'intervento tradizionale su social housing, raccolta postale e infrastrutture a un ruolo più incisivo nell'industria e nel risparmio. In particolare, la Cassa è ora candidata al riassetto delle reti nazionali, compresa quella delle telecomunicazioni.
I numeri
Il primo sorpasso si era registrato nel 2011 quando il totale degli asset della Cpd ammontava a 273 miliardi di euro contro i 262 miliardi dei transalpini. Anche in quanto a utile gli 1,6 miliardi di euro della Cassa italiana ben figurava contro i 206 milioni di bilancio in rosso dei colleghi transalpini.
Nel 2012, con un cammino virtuoso, la cassa italiana ha portato i guadagni a 2,8 miliardi e gli asset a 305 miliardi di euro (+32). La cassa depositi e prestiti della Francia, pur aumentando i ricavi di 25 milioni (saliti a quota 287), ha invece più che raddoppiato le perdite, portandole a 458 milioni di euro.
La Cassa depositi e prestiti (Cdp) è una società per azioni a controllo pubblico: il ministero dell'Economia e delle Finanze detiene l'80,1% del capitale, il 18,4% è posseduto da un nutrito gruppo di Fondazioni di origine bancaria, il restante 1,5% in azioni proprie. Cdp gestisce una parte consistente del risparmio nazionale, il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti), che rappresenta la sua principale fonte di raccolta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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