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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2013 alle ore 09:44.

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Il mercato dei mutui colonia delle banche del Nord Europa. Le migliori offerte arrivano da Germania e Francia

Le banche dell'Europa del Nord accelerano alla conquista di quote di mercato rilevanti in Italia. Anche questa, se vogliamo, è un'ulteriore sfaccettatura dell'attuale crisi dell'Eurozona. Dopo il lusso (l'ultimo caso è l'acquisto di Cova da parte di Lvmh) anche il settore dei prestiti ipotecari pare stia diventando una colonia dei Paesi dell'euro fino ad ora meno colpiti dalla crisi. Se si analizzano le migliori offerte del momento (prendendo i dati medi di mercato che poggiano su un mutuo di 140mila euro a tasso variabile di durata 25 anni) ai primi tre posti del podio ci sono tre banche estere, una tedesca e due francesi.

Nel dettaglio, Deutsche Bank (primo istituto di credito tedesco per cui l'Italia rappresenta il primo mercato europeo dopo la Germania, presente in Italia con una rete di oltre 315 filiali) propone uno spread del 2,85%, Cariparma (parte del gruppo francese Credit Agricole, primo gruppo bancario in Francia presente in Italia con oltre 800 filiali) che propone anch'essa uno spread del 2,85% e Bnl (parte del gruppo Bnp Paribas operante in Italia con oltre 900 agenzie sul territorio) che propone uno spread del 2,90%. Se guardiamo i Taeg (i tassi che includono anche gli altri costi oltre agli interessi), questi risultano quasi del tutto allineati con i valori rispettivamente del 3,21%, 3,21% e 3,23%.

Il dato colpisce ancor più perché si tratta di tre "istituti tradizionali" con una forte presenza allo sportello mentre negli ultimi anni siamo stati abituati a vedere gli "istituti online" a lanciare le offerte più aggressive, ad essere i cosiddetti "price makers".

Un'ulteriore conferma in tal senso arriva dalla nuova offerta di Cariparma che in settimana ha stanziando un plafond dedicato di 2,5 miliardi di euro offrendo un mutuo a tasso fisso del 2,5% per i primi due anni. In più, grazie a una partnership con Smeg, azienda produttrice di elettrodomestici, ogni cliente che sottoscriverà il mutuo riceverà un elettrodomestico a scelta. Trascorsi questi primi due anni il tasso sarà determinato come somma dell'Irs (il tasso di riferimento per i mutui col fisso) bloccato alla stipula, più uno spread del 3,10%. Ad oggi si avrebbe un tasso del 5,5%.

Resta il fatto che le banche straniere stanno conquistando terreno in Italia. Mancano ancora i dati ufficiali del 2012 e della prima metà del 2013 ma a fine 2011 la quota di mercato delle banche estere operanti in Italia era pari al 19,6%, in crescita rispetto al 18,6% di un anno prima. Ed è ragionevole ipotizzare che i nuovi dati proiettino questa quota ben oltre il 20%. Che le banche straniere attive in Italia (78 su 740, quindi il 10% del totale) abbiano ad oggi oltre un quinto del mercato vuol dire pure qualcosa.

Stanno rosicchiando quote di mercato in un contesto, come quello italiano, in cui le banche nazionali sono alle prese con numerosi problemi di breve periodo quali redditività, solidità patrimoniale, costo di approvvigionamento e costo del rischio (con tassi di default in continua crescita). Le banche estere che risentono meno di questi fattori godono di una governance che riesce a concentrarsi su strategie e scelte di investmento più di medio e lungo che chiaramente portano alle strategie di pricing in ambito mutui che stiamo osservando in questo periodo.

«Certamente la competitivà delle offerte delle banche estere operanti in Italia nel mercato dei mutui è da collegarsi ad una maggiore robustezza patrimoniale e stabilità finanziaria delle banche casa-madre, solidità che permette di investire in mercati retail-private sempre attraenti come quello italiano per guadagnare quote di mercato crescenti rispetto alla competizione locale - spiega Stefano Rossini, ad di Mutuisupermarket.it -. D'altronde le economie nazionali dei Paesi di provenienza (Germania e Francia, ndr) sono state minormente impattate dalla crisi che ha coinvolto tutta l'area euro e i rispettivi mercati finanziari non hanno dovuto lottare contro costi di approvvigionamento liquidità schizzati alle stelle come nel caso Italia. Basti guardare per esempio il differenziale odierno fra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi a 10 anni "Bund" e i rispettivi titoli di stato Italiani e francesi: lo spread nel primo caso è pari a 280 punti base e nel secondo caso è pari a 62 punti base, circa un un quinto».

Come si spiega questa aggressività con il rapporto impieghi/raccolta? «È anche vero che le banche estere vogliono mantenere il rapporto impieghi/raccolta a livello del singolo Paese entro determinati valori, ossia desiderano che la raccolta degli sportelli e l'erogazione di finanziamenti nello stesso Paese siano fortemente correlati e proporzionali entro certi intervalli, per cui una crescita nel mercato dei mutui deve essere accompagnata necessariamente anche da una crescita del relativo business nel Paese ospite. Ciò non toglie il fatto che la banca può decidere di investire in un determinato Paese portandosi anche oltre questi intervalli nel caso in cui gli spread elevati delle offerte mutuo permettano ampia copertura del rischio di finanziamento e del costo di approvvigionamento. Specialmente nei casi in cui le banche estere detengano portafogli di finanziamenti che presentano rischi di insolvenza ridotti, sia attuali che a tendere».

twitter.com/vitolops

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