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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2013 alle ore 06:47.

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Giuseppe Rotelli avrebbe proseguito ieri, assistito da Ubs, la cessione di tutti i diritti legati all'aumento di capitale Rcs, compresi quelli legati alla quota in pegno al Banco Popolare. E anche Edizione, la holding della famiglia Benetton, avrebbe ceduto sul mercato la propria quota parte di opzioni. L'ufficializzazione dovrebbe arrivare nella prima mattinata di oggi ma i volumi registrati ieri sui diritti confermano in parte i rumor. Le ozpioni scambiate, crollate nuovamente sotto una pioggia di vendite tanto da essere scesi di oltre l'80% a 0,0038 euro, hanno raggiunto quasi quota 40 milioni. Rotelli, che ha a disposizione direttamente 14,3 milioni di diritti più altri 4 milioni relativi alla quota del Banco, già nei giorni precedenti aveva valorizzato oltre 9 milioni di pezzi. Ieri avrebbe continuato il lavoro, raccogliendo, però, ben poco considerato il valore delle opzioni. Stesso discorso vale per i Benetton che hanno completato la dimissione a ventiquattro ore dalla chiusura della negoziazione delle opzioni. Oggi, infatti, è l'ultimo giorno utile per vendere i diritti mentre il prossimo 5 luglio è l'ultima data disponibile per esercitarli. Il Banco Popolare pare però l'abbia già fatto.
Se Rotelli e i Benetton hanno venduto, per capire chi ha acquistato potrebbe rivelarsi inutile rivolgersi a Diego Della Valle, l'uomo che, per il mercato, era il principale indiziato. Stando a quanto riferito da fonti finanziarie a Radiocor, l'imprenditore marchigiano starebbe considerando se esercitare o meno i propri diritti ma è assai improbabile che sfrutti questo aumento per arrotondare la posizione (8,9%). Rafforzerà la presa, rilevando magari dalle banche una parte delle quote inoptate, solo se si creeranno le giuste condizioni. Ossia se verrà trovata anche con gli altri soci forti una visione condivisa sugli aggiustamenti da fare al piano industriale. Intesa che, al momento, non è stata raggiunta. E lo dimostrano le parole di John Elkann: «Noi abbiamo compagni di strada con i quali siamo molto omogenei e siamo tutti d'accordo su quello che è il futuro di Rcs», ha dichiarato il numero uno della Fiat. Elkann ha poi difeso l'operato dell'amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, sotto la cui guida il gruppo editoriale è «notevolmente» migliorato, ha assicurato il manager. Della Valle, come è noto, oltre a chiedere una revisione del progetto industriale ha posto tra le condizioni anche un nuovo assetto di governance. A questo punto, il destino dell'azionariato di Rcs è legato a doppio filo a quanto accadrà la prossima settimana e all'opportunità che i soci, dentro e fuori il patto, in quei giorni trovino una quadra.
Diversamente, l'esito, salvo sorprese dell'ultimo minuto correlate alla possibile discesa in campo di un cavaliere bianco, da molti auspicata ma per ora lontana dal concretizzarsi, potrebbe essere una consistente mole di inoptato di cui dovrà farsi carico il consorzio di garanzia, in primis Intesa Sanpaolo che ha l'onere di assorbire il 40% di quanto non verrà sottoscritto dal mercato. Ad oggi, le stime parlano di oltre un 30% di Rcs destinato a finire nel portafoglio degli istituti.
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