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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2013 alle ore 08:37.

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Rcs, Murdoch punta alla Spagna

Lo showdown tra i soci di Rcs è ormai solo questione di ore. Dopo la mossa a sorpresa di Fiat che, rastrellando sul mercato i diritti venduti da Edizione e dalla Pandette dello scomparso Giuseppe Rotelli, si è assicurata il 20% del gruppo editoriale, l'ultimo tassello da incastrare è la quota detenuta da Diego Della Valle.

L'interrogativo è sempre lo stesso, ossia comprendere se l'imprenditore marchigiano, che nei giorni scorsi si è tenuto lontano dal fare razzia di diritti a Piazza Affari, è pronto a difendere il proprio investimento o a fare anche qualcosa di più. Molto, dipenderà, dalla risposta che Della Valle otterrà dai soci nelle prossime ore. L'imprenditore avrebbe chiesto la convocazione di un vertice tra gli azionisti entro martedì per mettere in chiaro almeno due aspetti. Della Valle, come è noto, vuole lo scioglimento del patto una volta conclusa la ricapitalizzazione, non sarebbe in alcun modo soddisfatto dall'opzione di un sindacato più snello rispetto al precedente, e inoltre punta a imprimere una svolta al piano industriale per dar vita a una ristrutturazione più profonda della compagnia. Su questo, fino ad oggi, avrebbe ricevuto da alcuni soci rassicurazioni informali ma a questo punto premerebbe per avere un segnale concreto. Ottenuto il quale l'imprenditore sarebbe anche disposto a fare più di quanto gli spetta. L'idea che avrebbe maturato sarebbe quella di una ripartizione dei diritti d'opzione presenti nelle casse di banche e soci per dar modo a chi lo desidera di arrotondare la partecipazione. Un incremento che, come detto, sarebbe però conseguente solo all'impegno degli azionisti di chiudere l'avventura del patto e rivedere il piano.

Che sul tavolo ci sia l'opzione di mettere mano al progetto è un dato certo. Sui termini e sui contenuti, però, molto è ancora da definire. Una delle ipotesi che si starebbero vagliando, come riportato anche dal Sole 24 Ore di ieri, sarebbe quella di spacchettare l'attuale Rcs in tre realtà e una di queste, e qui sarebbe la novità, cederla alla NewsCorp di Rupert Murdoch. In particolare, al momento si starebbe considerando l'opportunità di separare dal Corriere della Sera (da legare magari a La Stampa), La Gazzetta delle Sport e Rcs Libri, e le attività spagnole del gruppo. Proprie quest'ultime potrebbero essere destinate al magnate dell'editoria che sul mercato spagnolo potrebbe giocare tutto il know how che il gruppo ha nel settore del giornalismo sportivo.
L'opzione, evidentemente, verrà verificata e sondata approfonditamente solo a valle dell'aumento di capitale quando cioè, se lo si riterrà opportuno, si proverà a rimettere mano ad alcuni termini del piano industriale. Oggi non è in alcun modo possibile rivedere il piano di Rcs e, peraltro, la società è impegnata esclusivamente nel portare a termine la ricapitalizzazione. Di certo, l'idea di poter valorizzare la Spagna e di avere come controparte Murdoch affascina e trova concordi tutti i soci di Rcs che, in virtù di questo, puntano a mantenere il più possibile vivo il canale aperto con il tycoon dell'editoria. Un canale che passa evidentemente dalle relazioni che John Elkann si è costruito nel mondo della stampa e che di recente l'hanno portato a entrare nel consiglio di amministrazione di NewsCorp, dopo il debutto nel board dell'Economist.

Detto questo, la possibilità che tra Della Valle e gli altri soci si possa tenere un incontro la prossima settimana sembra legata alla volontà di Fiat di condividere anche con l'imprenditore il percorso di ristrutturazione. Complice il fatto che con l'ascesa del Lingotto ora l'esito dell'aumento di capitale sembra preoccupare decisamente meno di prima. Al punto che l'intervento a sorpresa di Elkann avrebbe anche "rabbonito" le banche del consorzio di garanzia che, evidentemente, avendo ora di fronte un interlocutore unico e forte all'interno di Rcs si sentono maggiormente tutelate rispetto a prima. Peraltro, l'acquisto dei diritti da parte di Fiat ha ridotto anche la mole di inoptato di cui gli istituti potrebbero dover farsi carico. Conti alla mano, ora il patto di fatto assicura che l'aumento di capitale sia coperto per il 61%, se a questo si aggiunge la quota di Della Valle e quella già sottoscritta dal Banco Popolare si arriva al 70%. Insomma, per gli istituti si tratterebbe di mettere in portafoglio, male che vada, un 30% di Rcs, di cui il 40% sarebbe a carico di Intesa Sanpaolo. Le tensioni dei giorni scorsi attorno alla riuscita della ripatrimonializzazione sembrerebbero dunque essere scemate ed ora tutti guardano con attenzione alle prossime mosse di John Elkann.

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