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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2013 alle ore 08:00.

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Petrolio Wti oltre 100 dollari. Si teme per il Canale di Suez

Il precipitare della situazione in Egitto ha riportato il rischio geopolitico al centro dei mercati petroliferi, già in tensione per speculazioni legate allo spread Brent-Wti e per la caduta delle scorte commerciali negli Usa (-10 milioni di barili la settimana scorsa. Il riferimento americano, in particolare, dopo i rialzi di ieri ha accelerato ulteriormente fino a superare 100 dollari al barile. Nella seduta di oggi è arrivato a 102,18 $, il massimo da oltre un anno. In forte progresso anche il Brent che è volato oltre 105 $.

In Egitto è in corso un golpe militare e si è accentuato il timore di ripercussioni sulle rotte di trasporto del greggio. Tra gli operatori già da qualche giorno si era risvegliato il timore di rallentamenti del traffico nel canale di Suez, da cui transitano il 4,5% dell'export petrolifero mondiale e il 14% dei carichi di Gas naturale liquefatto (Gnl).

In febbraio gli uffici della Suez Canal Authority avevano dovuto chiudere a causa delle proteste dei dimostranti, in marzo c'erano state azioni di boicottaggio verso motoscafi della Guardia costiera, mentre lo scorso week-end c'è stato un attacco a colpi di granata a Port Said, dove il canale sfocia nel Mediterraneo. «Chiudere del tutto il canale tuttavia – osservava Barclays Capital in un report diffuso lunedì – sarebbe molto difficile senza il sostegno delle forze armate».

L'ipotesi che questo possa accadere adesso non sembra più un esercizio di fantasia. L'esercito potrebbe infatti avere interesse per interrompere quella che è un'importante fonte di entrate per il Governo.

In passato la chiusura del canale si è già verificata, per 4 mesi nel 1956 durante la Crisi di Suez e per ben 8 anni, dal 1967 al 1975, in seguito alla Guerra dei sei giorni. Il petrolio era riuscito a trovare vie alternative, ma tempi e costi del trasporto – soprattutto per le forniture sovietiche dirette in Asia, costrette a doppiare il Capo di Buona Speranza – erano lievitati enormemente. Lo stesso rischia di accadere oggi, anche se dal 1977 esiste anche una pipeline che consente di bypassare il canale di Suez: la Sumed, con una capacità di trasporto di 2,5 mbg oggi non pienamente utilizzata.

Tutto sommato, all'orizzonte non sembra esserci il rischio di serie interruzioni delle forniture di greggio. Proprio in questi giorni, comunque, anche la Libia sta tornando a preoccupare: proteste scoppiate in diversi impianti avrebbero ridotto l'output a 1,16 mbg secondo fonti Reuters, contro gli 1,3 mbg di qualche giorno fa (e una normale produzione di 1,6 mbg).

Sui mercati dei futures, inoltre, sono in corso intense speculazioni relative allo spread Brent-Wti. Con lo sviluppo di nuove pipeline e capacità di trasporto ferroviario in uscita da Cushing, punto di consegna del Wti, e con il potenziamento della raffineria Bp di Whiting (Indiana), ora in grado di assorbire più greggio dal Canada, lo spread è sceso per la prima volta da due anni e mezzo sotto 5 $ e Goldman Sachs ha dichiarato conclusa la sua "scommessa" sul riavvicinamento dei due riferimenti di prezzo.

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