ROMA - No agli ambasciatori, sì al poliziotto. Il prefetto Gianni De Gennaro, per sette anni capo della polizia dal 2000 al 2007, è in cima alla lista dei candidati alla carica di presidente di Finmeccanica.

Le sue quotazioni sono risalite ieri, alcune fonti in serata davano per certa la sua nomina, tuttavia il ministero dell'Economia non ha fatto annunci in vista dell'assemblea di Finmeccanica che domattina si riunirà per eleggere tre consiglieri di amministrazione, uno dei quali sarà nominato dal cda presidente della società aerospaziale.

Confermato posto l'amministratore delegato, Alessandro Pansa, capoazienda dal 13 febbraio, nomina decisa d'urgenza dopo l'arresto dell'ex numero uno Giuseppe Orsi. Da allora la società è senza presidente. Da verificare quali poteri avrebbe De Gennaro, comunque sarebbe un presidente forte.

La candidatura di De Gennaro è sostenuta dal Quirinale e nelle ultime ore si sarebbe battuto a suo favore anche Gianni Letta, l'ex sottosegretario del governo Berlusconi che è zio del premier, Enrico Letta. Queste spinte avrebbero consentito a De Gennaro di superare nello sprint l'altro candidato molto accreditato, Giuseppe Zampini, a.d. di Ansaldo Energia.

Nel percorso De Gennaro ha incontrato un ostacolo, la legge Frattini sul conflitto d'interessi, la numero 215 del 2004, che all'articolo 2 stabilisce l'incompatibilità per chi è stato titolare di «cariche di governo» dall'assumere per 12 mesi cariche «nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta».

De Gennaro è stato per quasi un anno sottosegretario nel governo Monti con delega sui servizi segreti, fino al 28 aprile. Secondo una diffusa interpretazione, questa norma precluderebbe a De Gennaro per 12 mesi, dunque fino al 27 aprile 2014, la possibilità di essere nominato al vertice di Finmeccanica, perché oltre l'80% dei ricavi delle aziende del gruppo derivano da settori industriali legati alla difesa e alla sicurezza. Ai dirigenti più importanti viene richiesto il «Nos», il Nulla osta di sicurezza personale, che consente la trattazione di informazioni o documenti classificati come «segretissimo», «segreto», «riservatissimo», «riservato», che è rilasciato dalla presidenza del Consiglio.
Gli appoggi ottenuti da De Gennaro consentirebbero di dribblare la legge sul conflitto d'interessi. Ci sarebbe un parere legale che esclude l'incompatibilità, secondo indiscrezioni potrebbe averlo rilasciato l'Antitrust, che deve vigilare sulla legge Frattini. Se questo non bastasse, secondo indiscrezioni si potrebbe riunire d'urgenza il Consiglio dei ministri per approvare una deroga al divieto.

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