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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2013 alle ore 16:50.
«Nel manifestarvi apprezzamento per l'iniziativa "Cedole Chiare", vi chiedo un parere sui prodotti BCC Cedola IV - 2018 e BCC Cedola IV Opportunità - 2018, codici isin IT0004930381 e IT0004930407. Grazie per eventuali suggerimenti che mi consentiranno andare in banca con più informazioni».Marco Bullo
L'analisi
«L'aggiunta del termine cedola nella denominazione del prodotto, rende più attraente il fondo agli occhi del cliente. Ma si tratta di un comunissimo strumento finanziario a distribuzione dei proventi». Esordisce così Roberto D'Addario, consulente finanziario indipendente, che ha analizzato per Plus24 i due fondi attualmente in collocamento presso gli sportelli delle Bcc: Cedola IV 2018 e Cedola IV Opportunità 2018.
Il primo, che ha una commissione di gestione dello 0,8% su base annua, è più conservativo e meno volatile del secondo (che ha un costo annuo dell'1,2%), perché investe una percentuale maggiore del patrimonio in obbligazioni investment grade. Ma con l'avvicinarsi della scadenza per entrambi la gestione diviene più prudente con una maggiore esposizione sugli strumenti monetari. In caso di riscatto delle quote prima della scadenza, è applicata una commissione di uscita dell'1% che viene dedotta dalla somma rimborsata al partecipante e accreditata al patrimonio del fondo.
Al contrario di quanto induce a pensare il nome, i due fondi sono quindi semplici fondi a distribuzione dei proventi con la particolarità di avere una scadenza predefinita di 5 anni. Ma neanche a scadenza, è bene sottolinearlo, è prevista alcuna garanzia formale di risultato. La Sgr dichiara di distribuire annualmente ai partecipanti dei due fondi almeno il 50% dei proventi della gestione, tuttavia si riserva la facoltà (tra le righe del prospetto) di distribuire un importo superiore, anche se non rinveniente da proventi effettivamente realizzati, purché l'importo complessivo sia coerente con la redditività del portafoglio sull'intero orizzonte temporale del fondo. La distribuzione potrebbe quindi essere superiore al risultato ottenuto dal fondo, rappresentando in tal caso un rimborso parziale del valore delle quote. «Ad esempio – continua D'Addario – se il fondo avesse al suo interno un solo titolo, poniamo un BTp al 4%, la Sgr ipotizzando di distribuire almeno il 50% dei proventi, potrebbe deliberare una cedola annua minima del 2%, ma anche superiore. Su tale guadagno deve essere comunque applicato il costo di gestione che non è basso per un fondo obbligazionario che richiede una gestione poco attiva degli investimenti».
Ma per chi sono adatti queste tipologie di prodotti? «Sul mercato – conclude D'Addario – ci sono numerosi Etf obbligazionari che prevedono la distribuzione dei proventi con costi molto più contenuti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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