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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2013 alle ore 06:49.

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Il consorzio sostiene che accadrà questo mese.
Staremo a vedere. La previsione comunque è che arrivino 10 miliardi di metri cubi di gas all'anno, una quantità pari a circa il 2% della domanda europea di gas, e solo dal 2019. Le nuove forniture sono ovviamente benvenute, ma ci sarà un impatto misurabile sui prezzi? Questo è molto discutibile, perché il progetto ha costi davvero molto elevati.
Intende dire che per guadagnarci dovranno venderlo a caro prezzo?
Mettiamola così: non ci aspettiamo che possano venderlo a basso prezzo. Non sarà facile. Comunque per prima cosa devono prendere la decisione finale di investimento.
Non si fida che verrà presa entro fine anno?
Mi fido di ciò che vedo. E in questo caso dobbiamo aspettare. Se quel gas arriva ci sarà utile, ma non credo che ci sarà un grande impatto sui prezzi. Vede, in Europa i meccanismi di formazione dei prezzi del gas stanno cambiando: l'indicizzazione al petrolio non è più importante come una volta, sempre più spesso si utilizzano i prezzi rilevati agli hub di scambio, come l'Nbp o il Ttf (la piattaforma britannica, il National Balancing Point, e quella olandese, la Title Transfer Facility, Ndr). Entrambi sono mercati molto liquidi e possono continuare a funzionare anche senza la Tap.
L'arrivo del gas azero potrebbe diventare un problema anziché un'opportunità per l'Italia? Il nostro mercato soffre già oggi di un enorme eccesso di offerta.
In effetti questo è un problema che riguarda tutta l'Europa: la domanda di gas è tornata ai livelli del 2002, per colpa della ripresa economica che arriva troppo lentamente. Il tema è se le forniture extra riusciranno a far scendere i prezzi. In Italia comunque non è solo il prezzo del gas a dover scendere, ma quello dell'elettricità. Questa costa ancora troppo rispetto agli altri Paesi europei, ma la colpa non è solo del gas. Ci sono problemi strutturali che hanno radici lontane nel tempo. Negli anni '90, quando è stato liberalizzato il mercato elettrico, non si è fatto immediatamente lo stesso con quello del gas: gli sforzi in questo caso sono arrivati molto più tardi. Inoltre l'Italia ha dato sussidi eccessivi alle energie rinnovabili.
Cosa dovrebbe fare adesso l'Italia per ottenere un vantaggio dall'essere il punto di arrivo del gas azero?
La cosa migliore da fare è implementare la nuova Stretegia energetica nazionale. Lì dentro c'è tutto. È un documento solido, davvero molto solido, che affronta un gran numero di problemi fondamentali e getta le basi perché l'Italia diventi davvero il crocevia del gas in Europa.
Il gas azero riuscirà almeno ad attenuare la nostra dipendenza dalla Russia?
La diversificazione delle fonti e delle vie di approvvigionamento (non solo gas via pipeline, ma anche Gnl) è importante. Ma la Russia fa parte di qualsiasi scenario futuro riusciamo a immaginare. Sarà probabilmente un altro il cambiamento cui assisteremo: accanto a Gazprom, altre società russe come Rosneft o Novatek faranno il loro ingresso sulla scena. Anche i russi stanno diversificando e puntano sempre di più sull'Asia, ma sul mercato europeo ci vogliono restare. Ed è anche nostro interesse che ci restino.
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