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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2013 alle ore 19:10.
Finora solo due Paesi europei hanno introdotto la tanto criticata tassa sulle transazioni finanziarie: la Francia e l'Italia, rispettivamente ad agosto 2012 e marzo 2013. Gli altri nove Stati favorevoli all'introduzione della Financial transaction tax (Ftt) aspettano invece la direttive europea.
Gli effetti dell'applicazione
A Parigi, secondo i calcoli della banca d'affari Bofa-Merrill Lynch, la tassa avrebbe provocato un calo della percentuale della Francia sul turnover europeo dello 0,8%, con un impatto sui volumi, stimato direttamente dalla società mercato Nyse Euronext, nell'ordine del 10-15%. E in Italia? È ancora presto per fare valutazioni, spiegano gli esperti, anche se le ripercussioni sui volumi equity sembrano più forti rispetto ai cugini d'Oltralpe. Attenzione alle nuove quotazioni in Borsa: la tassa potrebbe provocare un forte calo di liquidità nei Paesi dove verrà applicata (oltre a Italia e Francia, Spagna, Austria, Belgio, Germania, Estonia, Grecia Portogallo, Slovacchia, Slovenia), provocando la migrazione delle società su altri listini, come Regno Unito e Paesi Bassi. «Senza lo spauracchio della Tobin tax, Prada avrebbe scelto di quotarsi a Singapore?», si chiedono gli analisti. Ma sui mercati la domanda è un'altra: la Tobin tax, così com'è stata pensata, colpisce davvero i grandi speculatori o finisce per danneggiare quegli investitori che, a causa della crisi finanziaria e della perdita di posti di lavoro, hanno dato all'operatività sui mercati un ruolo sempre più importante nella produzione della ricchezza familiare? Perché non escludere dalla tassazione gli investitori privati?
Il rinvio del decreto del fare
In Italia la Tobin tax, che gli investitori inizieranno a pagare effettivamente da ottobre (grazie al rinvio deciso dal Decreto "del fare"), colpisce con un'imposta dello 0,12% (che scenderà allo 0,10% dal 2014) le azioni di società con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro, escludendo le operazioni aperte e chiuse nella stessa giornata (intraday). Sono tassati anche il trading ad alta frequenza e da settembre i derivati. La Ftt Ue dovrebbe essere applicata ad azioni, derivati, obbligazioni, titoli di stato e anche alle operazioni intraday.
L'esperienza dei trader
Sul tema, Plus24 ha raccolto le testimonianze di persone che si dedica al trading, diventato una parte consistente del reddito e a volte anche l'unica. Sono, nella media, persone tra 40 e 55 anni, in mobilità da circa due anni, già in precedenza attirate dai mercati finanziari e che hanno intenzione di continuare a operare sui mercati, consapevoli della difficoltà di trovare un altro lavoro. Hanno per lo più un capitale investito ancora ridotto, sono prudenti e non "autonomi", seguono i cosiddetti "segnali operativi" dei trader professionisti e stanno davanti al computer dalle 8 alle 17,30, a volte anche fino alle 22. Come G., 52 anni, che operava sui mercati a livello amatoriale: dopo essere stato licenziato, il trading è diventato la sua unica fonte di reddito. «Ho fatto un corso e sto molto attento. Colpendo anche l'intraday, la Tobin tax Ue mi penalizzerebbe molto per l'impossibilità di seguire i segnali operativi». F., 40 anni, ingegnere meccanico fino a un anno e mezzo fa, lavora sia in maniera autonoma sia seguendo i segnali. Può guadagnare molto ma la variabilità è notevole. Alta la preoccupazione per la Tobin tax Ue: «Con la tassa sull'intraday dovrei emigrare in Paesi come Malta, Svizzera, Tenerife, Romania o operare solo a Wall Street», spiega. D., 43 anni, con un capitale di 15-20 mila euro, riesce a ottenere rendimenti – assicura lui – nell'ordine dei 2mila euro al mese. Come piccolo investitore risentirà molto della Tobin tax, mentre «i trader esperti e gli istituzionali fanno bene a migrare su altri mercati». L. è una new entry, donna, 47 anni, segue i segnali operativi solo da tre mesi. Al momento senza il trading, che le fa guadagnare anche 2mila euro mensili (lei assicura), non riuscirebbe ad arrivare a fine mese.
Affermazioni interessanti sull'impatto della Ftt. Ma anche assicurazioni, specie sul fronte dei "rendimenti" ottenuti (sempre da verificare e mai garantiti, perché l'attività e rischiosa e si può perdere – come spesso accade – tutto il capitale investito), che vanno attentamente valutate alla luce non solo delle ricerche pubblicate da Plus24 (che hanno segnalato un alto turnover tra i trader improvvisati) ma anche del tempo impegnato e dello stress che questa attività comporta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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