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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2013 alle ore 06:47.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
È un braccio di ferro dall'esito ancora incerto quello che vede la Commissione europea affrontare le società di telecomunicazioni nel delicato campo delle tariffe nella telefonia mobile. L'esecutivo comunitario sta preparando una proposta legislativa che ha come obiettivo in ultima analisi di ridurre drasticamente nell'Unione i costi di roaming (quelli pagati dai clienti mentre sono all'estero). Per le società del settore, il rischio è di creare distorsioni al mercato (oltre che un netto calo delle entrate).
Il commissario per l'agenda digitale, l'olandese Neelie Kroes, ha incontrato ieri mattina i dirigenti di alcune delle società più importanti (tra cui Orange, l'ex France Télécom, e Telecom Italia) con l'obiettivo di ascoltare il punto di vista dei gruppi telefonici. In un discorso al parlamento europeo alla fine di maggio, la signora Kroes aveva preannunciato una radicale riforma del settore, che andasse oltre i cambiamenti già previsti (si veda Il Sole 24 Ore del 1° giugno).
Le intenzioni del commissario olandese hanno creato tensioni. In una intervista a Le Figaro, il presidente di France Telecom, Stéphane Richard, è stato duro ieri: «Nel trasporto aereo, nell'energia, nelle telecomunicazioni, Bruxelles fa della concorrenza selvaggia la stella polare della sua politica economica. Questa ideologia ha provocato molti danni». Una nuova riduzione delle tariffe di roaming, secondo Richard, provocherebbe a France Telecom una perdita di margine pari a 300 milioni di euro.
Ieri sulla questione si è espresso qui a Bruxelles anche l'amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, presente alla riunione con la signora Kroes. L'azzeramento del roaming, ovvero «l'avere le stesse tariffe dei mercati domestici anche nel roaming europeo" è "un fatto inevitabile e positivo dal punto di vista dei clienti", ha detto, sottolineando però la necessità di evitare abusi e distorsioni, tra le altre cose da parte delle società che offrono telefonia senza essere infrastrutturati.
Le società telefoniche temono le intenzioni della Commissione per numerose ragioni. Da un lato, credono che un calo delle tariffe di roaming all'ingrosso potrebbe creare distorsioni al mercato e arbitraggi, inducendo nelle situazioni estreme i clienti a utilizzare nel proprio paese l'operatore straniero piuttosto che l'operatore domestico. Dall'altro, anche l'idea di roam like at home, mettendo sullo stesso piano tariffe nazionali e tariffe europee, potrebbe provocare seri problemi nella messa in pratica.
Le società poi ricordano che la Commissione ha già approvato nel 2012 una serie di riduzioni delle tariffe. Il costo di consultazione di dati ha un limite di 70 centesimi di euro per megabyte dal 1 luglio 2012. Il tetto è passato a 45 centesimi il 1 luglio 2013 e passerà a 20 centesimi il 1 luglio 2014. Anche alle telefonate e ai messaggi SMS sono stati imposti limiti degressivi. Dal 1 luglio 2014, i prezzi massimi in questi casi saranno di 19 centesimi al minuto per le telefonate effettuate.
Nei giorni scorsi l'esecutivo comunitario ha spiegato di essere pronto a discutere con gli operatori e ad adeguare le sue proposte legislative per evitare che le sue scelte creino abusi o distorsioni di mercato. La Commissione intende presentare il suo pacchetto legislativo nelle prossime settimane, dopo la pausa estiva. Il settore telefonico è diventato molto concorrenziale. Al tempo stesso è oberato dai debiti, sulla scia dello scoppio della bolla internet all'inizio del decennio scorso.
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