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Questo articolo è stato pubblicato il 25 luglio 2013 alle ore 06:48.

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L'Autorità per l'energia difende il ruolo chiave che ha svolto per portare in Italia il gas azero. In particolare, il regolatore è riuscito a ottenere per la Trans Adriatic Pipeline (Tap) l'esenzione dall'accesso a terzi: un requisito imprescindibile per battere la concorrenza del Nabucco, spiega il presidente Guido Bortoni in un'intervista al Sole 24 Ore, respingendo le critiche di quanti nel settore sostengono che in questo modo il Corridoio Sud sia stato snaturato rispetto agli obiettivi originari, diventando un gasdotto privato, ad uso esclusivo dei produttori di Shah Deniz, piuttosto che una conduttura capace di ospitare in prospettiva il gas di molte fonti diverse.
«Solo con l'esenzione dall'accesso a terzi, che Nabucco aveva già, Tap poteva avere la chance di essere selezionato – sottolinea Bortoni – Abbiamo lottato con tutte le nostre forze perché la ottenesse, perché riteniamo che sia un'infrastruttura fondamentale non solo per garantire la sicurezza e la diversificazione degli approvvigionamenti, ma anche per cucire in modo definitivo il nostro mercato del gas con quello europeo. Non è stato un lavoro facile. Bisognava coordinare tre regolatori di Paesi diversi: Italia, Grecia e Albania (che tra l'altro non fa parte della Ue). E poi abbiamo dovuto lavorare in un clima pesante, fatto di pessimismo, scetticismo, con la presenza di un gran numero di detrattori in molte capitali d'Europa».
Anche in Italia c'era chi remava contro?
I detrattori erano in molte capitali d'Europa, Bruxelles e Roma comprese. Non mi faccia dire altro. Alla fine comunque i nostri sforzi, di traino e di ricerca della condivisione, sono stati premiati, con quello che per noi è il successo più grande: la concessione dell'esenzione dall'accesso a terzi da parte della Commissione Ue, che ha santificato, recependolo in modo quasi integrale, il lavoro che avevamo fatto con i colleghi greci e albanesi e con il Governo italiano. Adesso incrociamo le dita, perché se la decisione di investimento finale per Shah Deniz dovesse slittare ancora, il gas azero che ora è previsto per il 2019 arriverebbe più tardi.
Crede che succederà? Il direttore dell'Aie, Maria van der Hoeven, parlando proprio con il Sole, si è detta molto scettica.
Dopo l'ultimo aggiustamento, che ha spostato l'obiettivo al 2019, credo che ce la possano fare.
In caso di ritardi rischiano di esserci ricadute sotto il profilo tecnico o autorizzativo?
No, non credo.
Molti criticano l'attuale versione del Corridio Sud, dicendo che è diventato un «tubo privato». Lei cosa ne pensa?
In realtà non vedo molte altre opportunità di fornitura all'orizzonte. Cipro sembra decisa a costruire impianto di liquefazione e la probabilità che Israele o il Libano vogliano connettersi al Corridoio Sud mi sembra davvero remota. Questi giacimenti "giant" trovati nel Mediterraneo orientale sono molto interessanti, ma non dimentichiamo che non sono risorsa esclusiva dell'Europa.
In futuro potrebbe arrivare gas anche dall'Iraq o dal Turkmenistan.
Sì, ma di quanto gas ha davvero bisogno l'Europa? Già ora abbiamo un forte eccesso di offerta. È vero che è necessaria per favorire la concorrenza e la sicurezza del mercato, però...
Ma la Tap è o non è un tubo privato?
In partenza è privato, ma è un'infrastruttura che può aprirsi. L'esenzione dall'accesso a terzi comporta solo che sia il proprietario del gasdotto a decidere chi entra, ossia chi può utilizzarne la capacità, e a quali condizioni. Per rientrare nell'investimento Tap vuole fare contratti di lunga durata con gli shipper. Il prezzo di accesso però dovrà essere uguale per tutti e calcolato con una metodologia approvata dai regolatori. Se l'avessimo decisa noi, la tariffa avrebbe solo consentito il recupero dei costi. Grazie all'esenzione si può ricavare anche un margine di profitto.
Il profitto, insomma, si farà con la vendita della capacità di trasporto più che del gas...
Certo. D'altra parte o si faceva così o il Corridoio Sud non si faceva proprio, perché nessuno avrebbe avuto convenienza economica a costruirlo. L'Italia non è più come un tempo il Paese europeo che paga più caro il gas.
Se riusciamo a fare l'hub del gas i prezzi in bolletta scenderanno?
Dovremmo essere dei maghi per poterlo dire con certezza, ma sono ottimista. Di sicuro Tap, contribuendo alla diversificazione, riduce il potere di mercato dei fornitori storici. In generale l'eccesso di infrastrutture, anche con rigassificatori, può portare a un abbassamento dei prezzi del gas. Già adesso la rinegoziazione dei contratti di lunga durata con Russia e Algeria in fondo è stata indotta dalle nostre riforme, che hanno consentito al prezzo spot del gas di scendere.
E l'elettricità, che è tuttora più cara che altrove?
Lì purtroppo ci sono altri problemi. Una discesa del 20% del gas si traduce in un calo di circa il 10% per il prezzo dell'elettricità. Già quest'anno l'abbiamo visto scendere da 78 a 64 €/Mwh, ma attenzione: stiamo parlando di prezzi della materia prima elettricità. In bolletta questo ribasso non si è visto, perchè è stato compensato dall'innalzamento degli oneri generali di sistema.
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