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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2013 alle ore 17:10.

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Fonsai chiede altri 32 milioni di danni a Ligresti: il conto sale a 280 mln

Fonsai propone la domanda di sequestro dei beni nei confronti della «vecchia gestione» della compagnia assicurativa, chiede altri 32 milioni di danni alla famiglia Ligresti e si prepara a perfezionare per fine settembre la fusione con Unipol e Premafin.
Ieri nel corso dell'assemblea degli azionisti di Fondiaria Sai, l'amministratore delegato del gruppo Carlo Cimbri ha fatto sapere che la compagnia ha chiesto «il sequestro dei beni di Salvatore, Jonella e Giulia Ligresti e dell'ex ad Fausto Marchionni e dell'ex vicepresidente Antonio Talarico».

Bisognerà ora aspettare il 6 agosto per conoscere la decisione del Tribunale di Milano sulla richiesta. L'obiettivo della nuova mossa legale - ha spiegato Cimbri - è congelare il patrimonio degli ex azionisti ed ex manager di Fonsai ritenuti i maggiori responsabili di quelle operazioni con parti correlate in relazioni alle quali, nello scorso marzo, le assemblee di Fonsai e Milano Assicurazioni hanno già deliberato di promuovere azioni di responsabilità chiedendo 245 milioni di euro di danni. Un conto peraltro destinare a salire ulteriormente: Fonsai e Milano assicurazioni hanno infatti deliberato di promuovere nuove azioni di responsabilità per altri 32 milioni di danni ai Ligresti. Il conto presentato alla famiglia, dunque, sale a 280 milioni.

Il grosso dei danni (27 milioni) di questa ultima coda legale sono riconducibili al contratto per la progettazione dell'Area Castello a Firenze affidato nel 2006 a Europrogetti. La società, di proprietà dei Ligresti, ha svolto solo una parte dei lavori perchè nel novembre del 2008 l'area venne sequestrata dalla Procura. Europrogetti percepì comunque 35 milioni, inclusi 2,6 milioni «inspiegabilmente» pagati nell'aprile del 2011, si legge nella relazione, «nonostante il progetto fosse sospeso e sottoposto a sequestro penale da quasi tre anni».

Le azioni sono state approvate dal 99,99% del capitale intervenuto in assemblea. Non si è registrato alcun voto contrario ma solo l'astensione dello 0,008% del capitale presente.
Sullo sfondo, poi, vanno avanti i lavori per procedere alla fusione delle due compagnie dopo il via libera dell'Ivass alla nascita della nuova Unipol-Fonsai. Le assemblee di Unipol Assicurazioni, Fonsai, Milano Assicurazioni e Premafin per deliberare sulla fusione a quattro si terranno «per la fine di settembre o l'inizio di ottobre» in base ai tempi tecnici necessari «per preparare il documento informativo sulla fusione», ha detto Cimbri. Ottenuto il via libera dell'Ivass alla fusione, Unipol «non deve aspettare nessuno», ha detto Cimbri interpellato su possibili rallentamenti legati alla valutazione del portafoglio strutturati in corso da parte della Consob. «Consob - ha spiegato - farà le sue valutazioni e tirerà le sue conclusioni ma non è che la Consob si deve esprimere sulla fusione, quello l'ha già fatto l'Ivass sentendo tutte le altre autorità». Sul fronte tecnico della fusione, l'unica incognita è legata a Milano Assicurazioni. Gli azionisti di risparmio sarebbero infatti in grado di bloccare la fusione. In questa ipotesi la controllata assicurativa resterebbe fuori dalla fusione.

Quanto, infine, alle partite più finanziarie, Cimbri ha spiegato che Fonsai uscirà dal patto Rcs di cui detiene il 5,6%: «Usciremo dal patto attuale. Uno dei punti chiave è rientrare nella piena disponibilità della nostra partecipazione, ed essere liberi di gestirla, ma questo non vuol dire uscire dall'azionariato.

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