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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2013 alle ore 10:47.

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Banche e scandali, per i big un conto da 120 miliardi

Il conto presentato alle banche dalle autorità statunitensi di regolamentazione per pagare le responsabilità nella crisi si sta ancora allungando. E si gonfia anche la «fattura» - dai mutui alla manipolazione dei mercati, dal riciclaggio all'evasione fiscale - a carico degli istituti internazionali, anzitutto europei. Alle banche del Vecchio continente le authority a stelle e strisce, a volte ma non sempre coordinandosi con i colleghi d'oltreoceano, hanno negli ultimi quattro anni imposto penali e indennizzi per almeno 8 miliardi di dollari. Almeno altri 10 o 15 miliardi sono considerati possibili.

La percentuale degli indennizzi coperta dagli istituti europei, a onor del vero, rimane ad oggi minoritaria di fronte agli assegni staccati dalle società di casa. Questi ultimi hanno superato di slancio i 60 miliardi e si avviano verso i 70. Stando ad alcune stime, una volta sommati anche i ricorsi degli investitori la cifra domestica potrebbe facilmente arrivare oltre quota 100 miliardi. Abbastanza da spingere il conto globale oltre l'asticella dei 120 miliardi.
Nessuno si avvicina al leader assoluto delle multe, Bank of America, con oltre 41 miliardi. Anche se JP Morgan ha ancora aperte formalmente o informalmente a proprio carico molteplici indagini che potrebbero far alzare il suo conto oltre gli attuali 8 miliardi, che la vedono in un testa a testa con Wells Fargo per il secondo posto.

Tra le europee la leadership delle infrazioni punite spetta alla svizzera Ubs, con circa 3,2 miliardi. Una cifra che si è gonfiata con il più recente accordo extragiudiziale: 885 milioni versati alle autorità federali sulla casa Fhsa. L'accusa: aver ingannato i colossi para-statali e ora nazionalizzati Fannie Mae e Freddie Mac sulla qualità di asset a garanzia di titoli a loro venduti. Ubs è stata inoltre colpita da altre sanzioni, dal Libor a complicità nell'evasione fiscale di clienti americani.
Il conto, su numerosi di questi scandali, è destinato a lievitare ancora. Il «bubbone» immobiliare resta aperto nonostante molteplici intese, che solo sui pignoramenti irrogolari hannno totalizzato 34 miliardi.

La Fhsa, in particolare, ha sotto indagine 18 finanziarie tra le quali colossi esteri del calibro di Barclays, Rbs e Hsbc come anche americani, da JP Morgan a Bank of America. Citigroup e General Electric hanno già raggiunto intese su multe non divulgate. Credit Suisse ha stimato che solo sui mutui Rbs, Barclays e Hsbc potebbero dover pagare assieme fino a 3,6 miliardi e che gli istituti del Vecchio continente, una volta considerate inchieste e denunce di investitori e autorita' locali, siano esposti a una «fattura» da 11 miliardi. Jefferies è meno allarmata, ma comunque il rischio è ipotizato in miliardi di dollari. Deutsche Bank, di sicuro, ha di recente aumentato le riserve a fronte di possibili oneri legali di 600 milioni di euro a 2,4 miliardi.

L'altra grande inchiesta da tempo avviata riguarda la manipolazione del Libor e dei tassi d'interesse: finora tre banche europee, ancora Barclays, Rbs e Ubs, sono state punite con multe complessive per 2,5 miliardi orchestrate anzitutto dalle autorità statuntensi. Gli istituti sotto indagine sono tuttavia almeno una decina e le stime sui costi finali variano enormemente, da meno di dieci a oltre cento miliardi. Nuove denunce per danni continuano ad arrivare anche da investitori e municipalità: Houston, la quarta città americana, nei giorni scorsi ha annunciato ricorsi contro Bank of America, Barclays e Citigroup.

Altre accuse di manipolazione di indicatori o mercati sono fioccate, dalle valute alle materie prime. Nel caso dei mercati dell'energia elettrica americana, Barclays è stata multata della cifra record di 435 milioni e Deutsche ha versato 1,6 milioni. Sotto indagine sono altri colossi quali JP Morgan, che sta trattando una multa da almeno 410 milioni.
Non mancano ritorni di indagini tradizionali, quali il riciclaggio o la violazione di embarghi. Hsbc è stata inchiodata come istituto usato dai narcotrafficanti al costo di una multa da 1,92 miliardi concordata con la procura federale e appena approvata da un tribunale. Riciclaggio e violazione di sanzioni imposte a paesi quali l'Iran sono costate care a Standard Chartered e Ing, raggiunte da penali superiori ai 600 milioni.

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