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Questo articolo è stato pubblicato il 01 agosto 2013 alle ore 07:27.

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ROMA.
Gli uomini del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza si sono presentati ieri al pre-consiglio di Telecom. E hanno chiesto a Elio Catania, consigliere di amministrazione, di accompagnarli. Il pubblico ministero Francesca Loy della procura di Roma aveva appena firmato un decreto di perquisizione a carico di Catania. L'ipotesi di reato è di insider trading. Per il manager, se le accuse fossero confermate, il rischio è di una condanna fino a 12 anni di carcere. Quello dei finanzieri guidati dal generale Giuseppe Bottillo, specialisti in reati economico finanziari, è stato un blitz vero e proprio. Il decreto di perquisizione stigmatizza il fatto che, dopo l'articolo di ieri del Messaggero «Telecom si prepara a nuove svalutazioni», firmato da Rosario Dimito, anche lui indagato in concorso con Catania, in cui si parla di «svalutazioni tra 1,5 e 2 miliardi», accade che «il titolo della società subiva una significativa flessione negativa pari a -5% tale da determinarne la sospensione per eccesso di ribasso». Ma va ricordato che in dottrina e in giurisprudenza il diritto di cronaca è prevalente (tranne i casi di dimostrato ritorno economico personale del giornalista). In altre parole, il lavoro di un cronista è proprio quello di scavare e pubblicare notizie e informazioni, anche - anzi a maggior ragione – se di natura riservata. Il decreto di perquisizione sottolinea che «il consigliere Catania riferiva» una serie di informazioni riservate come il fatto che «il fatturato della società Telecom Italia spa aveva avuto nel mese di maggio un trend negativo e aveva registrato un calo dell'8% rispetto all'anno precedente».
Il reato ipotizzato (articolo 184, comma 1 lettera b del Testo unico della finanza, "abuso di informazioni privilegiate") viene configurato dal pm Loy sottolineando, tra l'altro, che Catania «comunicava le informazioni privilegiate relativi a dati di bilancio non pubblici, decisioni del Cda, posizioni assunte dai singoli consiglieri». La conseguenza è che sono stati pubblicati «diversi articoli» che, rileva il decreto del pm, «hanno fortemente inciso sull'andamento del titolo». Secondo la procura di Roma «la frequenza dei contatti e il tenore di consolidata confidenza delle conversazioni intercettate lascia poi presumere che tale rapporto illecito possa protrarsi nel tempo» con la conseguenza di un «potenziale grave danno per la società e il regolare andamento del mercato borsistico». Lo stesso presidente, Franco Bernabè, aveva sporto denuncia in procura viste le oscillazioni del valore delle azioni. L'azione del Nucleo Valutario partita ieri non sembra casuale, anzi ha il sapore di una mossa a tutti gli effetti preventiva vista la riunione odierna del Cda. Ora i finanzieri valuteranno il materiale acquisito durante le perquisizioni.
E non è detto che la piega dell'attività inquirente non abbia presto in questi giorni nuove e brusche accelerazioni: non appena le conclusioni del pubblico ministero, frutto dei riscontri dell'attività di polizia giudiziaria svolta finora, saranno sottoposte al vaglio del giudice per le indagini preliminari.
marco.ludovico@ilsole24ore.com
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