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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2013 alle ore 06:47.

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Può salvarsi Banca Marche dopo il bilancio choc del 2012 chiuso con perdite per oltre 500 milioni? La domanda è inevitabile e a maggior ragione se la pongono gli azionisti grandi e piccoli. Forse sì, potrebbe essere la risposta, se il nuovo aumento di capitale andrà davvero in porto, ma tutto dipenderà da come procederà l'operazione pulizia dei crediti malati che di certo non è affatto conclusa. È questo il punto che lacera gli azionisti di controllo ma anche le decine di migliaia di piccoli soci della disastrata banca marchigiana.

Del resto loro sanno che l'ultima chiamata di denaro da parte della banca per 200 milioni, non più tardi di un anno fa, si è vista quasi del tutto bruciata nel falò delle perdite del 2012. Hanno versato denaro fidandosi di un bilancio che come visto pochi mesi dopo non era per niente realistico. Già perchè il grosso del buco milionario è frutto della pulizia di bilancio dopo l'uscita del discusso direttore generale Massimo Bianconi e della sua prima linea di manager.

Un anno fa quando si chiesero 200 milioni al mercato il bilancio mostrava miliardi di crediti in bonis, quando in realtà erano già persi.

Crediti malati: tre volte il capitale
Basta vedere l'evoluzione drammatica dei crediti deteriorati saliti tra il 2011 e il 2012 da 2,85 miliardi a ben 4,75 miliardi e il peso imponente che hanno tuttora i crediti a rischio che valgono ben 3,4 miliardi su un portafoglio di 17,3 miliardi. Il 20% dei crediti della banca è considerato malato e vale ben il 270% del capitale della banca. Un dato pessimo quasi un record nel sistema bancario. È stata l'attività degli ispettori di Banca d'Italia a pretendere di far vedere l'entità dei prestiti a rischio tenuti per anni occultati da Bianconi e che permettevano alla banca di chiudere in utile e di apparire più sana di quello che era. Del resto la stessa banca ha inviato nei mesi scorsi due esposti alla Procura su 16 posizioni creditizie dubbie. Da quelle dell'immobiliarista Vittorio Casale; al gruppo di costruzioni Lanari, alla pugliese Ciccolella; e all'imprenditore Giovanni Mazzaro Canio, ex marito di Daniela Santanchè. Clienti verso cui Bianconi era evidentemente prodigo di credito facile e ora di difficile recupero. Basta vedere del resto la concentrazione delle esposizioni, i cosiddetti "grandi rischi", cioè quei crediti che da soli valgono oltre il 10% del patrimonio. Ebbene come ha appurato Il Sole 24Ore, a fine 2012 c'erano 9 clienti che assorbivano da soli 5,5 miliardi di prestiti, il 30% del totale dei crediti della banca. Un'anomalia assoluta. Ma il problema è che tuttora il portafoglio in bonis non è esente da problemi. Secondo la stessa Banca Marche c'è una quota del 13% delle esposizioni che vede una perdita attesa tra il 26% e il 47%. Grosso modo le stime di misura del rischio dicono che potrebbero esserci nuove perdite in futuro tra i 250 e i 500 milioni.

Nuove rettifiche in arrivo
La stessa banca ha del resto comunicato che la prossima semestrale (che sarà diffusa il 29 agosto) potrebbe vedere rettifiche nette sui crediti tra 250 e 300 milioni (+25-30% sulle previsioni iniziali). Ecco perchè i soci grandi e piccoli hanno più di una perplessità sul nuovo aumento di capitale da 400 milioni. Il rischio di veder sfumare anche questi quattrini nel pozzo senza fondo dei crediti malati è molto concreto.

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