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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2013 alle ore 06:47.

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Prezzi dei minerali ferrosi nel mirino di analisti e investitori. I corsi dell'iron ore sono a livelli di tutto rispetto e c'è chi comincia a credere che il temuto ribasso dei prezzi non ci sarà nel 2013. Ma qualche analista è più pessimista e prevede una discesa fino a 70 dollari Usa a tonnellata da qui a ottobre.

Di questi tempi la scorsa estate i prezzi dei minerali ferrosi avevano già cominciato la loro discesa verso i minimi di settembre (pari a 86,70 dollari Usa a tonnellata), livello che aveva messo in discussione la capacità di sopravvivenza di molte aziende del settore in Australia. Una simile discesa dei corsi era attesa nel terzo trimestre di quest'anno, ma per il momento non ci sono stati segni di una tale debolezza. I corsi dei minerali ferrosi sono invece saliti dalla fine di giugno fino a raggiungere l'inaspettato livello di 133,10 dollari a tonnellata la scorsa settimana. Una boccata d'ossigeno per i produttori, specie se unita al recente calo del dollaro australiano su quello Usa. Questa situazione ha alimentato un certo ottimismo nel settore: alcuni operatori ora si chiedono se l'atteso calo arriverà mai nel 2013.

Per esempio, Nev Power, boss di Fortescue Metals Group ha affermato che lo scarso quantitativo di materiale fermo nei porti cinesi è sicuro indizio del fatto che i prezzi rimarranno sostenuti ancora per un po'. «Non esistono le condizioni - ha affermato Power - per una situazione di depressione simile a quella dell'anno scorso».

In Brasile, il maggior esportatore mondiale di iron ore, Vale, mostra lo stesso ottimismo. Il chief executive Murilo Ferreira prevede che i minerali ferrosi resteranno al di sopra dei 100 dollari a tonnellata per molti mesi. JpMorgan, infine, condivide un mood positivo in un recente report in cui si ritiene convinta che il crash dei prezzi del 2012 non si ripeterà. Non tutti, però sono ottimisti. Tom Price, analista per le commodity di Ubs, avvisa che i dati di magazzino non sono più un indicatore affidabile quanto nel passato. Oggi, infatti, le aziende siderurgiche, conterebbero su un invio veloce di materiale, grazie all'aumento dei volumi dell'export di Fortescue, Rio Tinto e Bhp Billiton, e della migliorata efficienza delle infrastrutture che servono la Cina e quindi non sentirebbero più la necessità di accumulare ingenti scorte. «L'ansia da fornitura a breve termine - spiega Price - è in via d'estinzione. Infatti, è da inizio anno che il settore siderurgico va avanti con scarse scorte di magazzino».

Secondo Price, i prezzi dell'iron ore cominceranno presto a scendere non appena le siderurgiche ridurrano, come da tradizione, la produzione alla fine dell'estate con conseguente calo dei corsi delle materie prime. Secondo le stime di Ubs per alcuni giorni tra ora e la fine di ottobre i corsi dell'iron ore potrebbero scendere fino a 70 dollari a tonnellata. Nelle prossime settimane, gli occhi del mercato saranno nervosamente puntati sul cartellone dei prezzi.

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