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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2013 alle ore 06:46.

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Si dice «sorpreso» per la decisione di Bruxelles, ma difende le scelte dell'Agcom sulle tariffe dell'unbundling (il canone mensile che i concorrenti pagano a Telecom per l'affitto dell'ultimo miglio di rete fissa) che definisce «equilibrate». Antonio Preto, commissario Agcom da giugno 2012, prende posizione su un tema che sta diventando sempre di più un terreno di scontro fra gli operatori di telefonia in Italia. A entrare a gamba tesissima nella diatriba è stata lo scorso 12 agosto la Commissione Ue, che ha contestato le tariffe 2013 battezzate da Agcom. Nei giorni scorsi sono anche state rese note le ragioni (si veda Il Sole 24 Ore del 20 agosto). L'Agcom, fa capire Preto, è pronta al dialogo, «ma per dialogare occorre farlo in due», lasciando intendere dunque che l'accordo fra Authority e Ue è tutt'altro che scontato.
Dalla lettera della Commissione emergono rilievi anche di merito e non solo di metodo come da voi dichiarato a caldo dopo la comunicazione della stessa Commissione UE...
In realtà sono un po' sorpreso. La lettera sembra non tener in conto delle motivazioni che Agcom ha espresso con chiarezza tanto nella delibera quanto nei contatti successivi con i servizi della Commissione. Era la stessa Commissione che a fine 2012 ci chiedeva di orientare al costo l'insieme dei prezzi all'ingrosso per l'accesso alla rete. La Commissione ci chiedeva di farlo «al più tardi» nel corso della successiva analisi dei mercati, l'Agcom l'ha fatta al più presto perché l'analisi dei mercati sarebbe arrivata in autunno, troppo tardi per dare certezza e coerenza ai mercato.
Resta il problema di una tariffa ritenuta ora troppo bassa da Telecom perché non remunerativa in chiave dei futuri investimenti.
La tariffa integra elementi nuovi emersi nel frattempo. Come la riduzione dei costi di manutenzione correttiva che abbiamo accertato con una nostra azione di vigilanza e le cui risultanze sono alla base di un'indagine dell'Antitrust che ritiene possa sussistere un cartello in cui sono coinvolti le imprese di manutenzione e la stessa Telecom.
Però la stessa Telecom è intenzionata a far valere le sue ragioni su questo punto.
Vero. Questa è comunque la nostra valutazione. A ogno modo, ci sono anche le sentenze del Consiglio di Stato di fine marzo che ci imponevano di tener conto nella determinazione della tariffa dell'unbundling dei costi reali della manutenzione correttiva sostenuti da Telecom e di adottare la metodologia di orientamento al costo anche per il calcolo del bitstream. La delibera dunque rappresenta un atto pressochè dovuto, altro che arbitrarietà. E l'abbiamo realizzato attuando i poteri conferiteci dalle direttive europee di settore e dal Codice delle comunicazioni. Ecco perchè sono sorpreso. Vorrà dire che se non siamo stati capiti ci sforzeremo di spiegare meglio questo grande lavoro sin qui svolto tanto alla Commissione Ue che alle altre autorità nazionali di regolazione. E questo a partire dal primo incontro in sede Berec previsto per oggi. Ma noi siamo convinti delle nostre ragioni.
Una delle contestazioni più accese è sul Wacc, che secondo la Commissione europea sarebbe stato calcolato in maniera farraginosa. Come risponde?
In realtà per il 2013 abbiamo mantenuto lo stesso valore già utilizzato nei tre anni precedenti. Lo stesso valore notificato quest'anno alla Commissione per le tariffe di terminazione fissa valide sino al 2015.Valore su cui la Commissione non ha avuto nulla da dire. D'altronde non c'erano ragioni solide per modificarlo. E il Wacc si modifica contestualmente all'analisi dei mercati. Quella è la sede giusta e su questo, credo, siamo tutti d'accordo.
Si fanno anche rilievi sulle passate analisi di mercato. Sentite il peso delle decisioni della passata consiliatura?
Sentiamo la responsabilità delle decisioni assunte, nel tempo, dall'Autorità. E ce ne facciamo carico. Per il 2013 abbiamo dunque aggiornato e non stravolto l'analisi di mercato precedente tenendo conto di tutti i nuovi elementi sopravvenuti in particolare per quanto concerne la manutenzione correttiva e l'orientamento al costo per il Bitstream, sempre nel rispetto delle indicazioni della Commissione Ue e del Consiglio di Stato.
Le divergenze sull'unbundling potrebbero risultare inconciliabili. L'Agcom deciderà di andare avanti per conto suo o cercherà a ogni costo un punto d'incontro con la Commissione?
Siamo convinti della validità e della solidità della nostra decisione. L'abbiamo detto chiaramente nel comunicato del 12 agosto. Per quanto mi riguarda credo che in particolare il canone mensile di 8.68 eurocent per l'unbundling oltre che fondato tecnicamente rappresenti un punto d'equilibrio tra i tre grandi obiettivi che siamo chiamati a perseguire e che sono: concorrenza nel mercato, equa remunerazione degli investimenti, e tutela del consumatore. Questo prezzo inoltre sta all'interno della forchetta prevista proprio dalla bozza di raccomandazione sulla non discriminazione e gli investimenti in fibra che la Commissione Ue dovrebbe approvare nella prima metà di settembre. Anche su questo punto non posso nascondere la mia sorpresa di fronte alle contestazioni ricevute. Ciò non toglie, ovviamente, che siamo disposti al dialogo a condizione che non vi siano posizioni preconcette. Per dialogare bisogna essere in due.
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