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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2013 alle ore 15:27.

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(Corbis)(Corbis)

Nessuno dà niente per niente. In modo particolare nel mondo della finanza dove vale sempre la pena ripetere, fino alla noia, che "non esistono pasti gratis": alti rendimenti e facili guadagni possono essere ottenuti solo correndo dei rischi.
Nelle rilevazioni mensili condotte da Plus24 sui rendimenti dei conti deposito proposti dalle banche agli investitori italiani (il prossimo aggiornamento sarà pubblicato sabato 28 settembre), emergono ormai sistematicamente le offerte di istituti di credito di piccole/medie dimensioni. In particolare, nell'ultimo monitoraggio condotto il 27 luglio scorso, alle diverse scadenze spiccano gli "allettanti" rendimenti (vedi tabella a lato) proposti da alcune realtà del mondo delle Bcc e dai tre istituti di credito che negli ultimi mesi sono balzati agli onori delle cronache finanziarie: Banca Popolare di Spoleto (sui depositi senza vincoli di durata), Banca Marche (sui vincoli a breve-medio durata) e Mps (sulle scadenze più lunghe). Banche che navigano in cattive acque, pronte a riconoscere i tassi più alti d'Italia pur di attrarre mezzi freschi.

Negli ultimi bilanci della Banca Popolare di Spoleto, che nel febbraio scorso è stata commissariata dalla Banca d'Italia, oltre a un deterioramento della qualità del credito e di una conseguente "sete" di capitali, emerge anche l'aumento del costo del funding dovuto al riconoscimento di tassi elevati proprio sui depositi a tempo.
Anche Banca Marche viaggia su mari burrascosi. E dietro la politica particolarmente aggressiva di promozione dei conti deposito portata avanti nell'ultimo anni dall'istituto marchigiano, si nasconde la necessità di raccogliere denaro per tamponare, insieme alla fiducia della clientela, i problemi di liquidità conseguenti ai prestiti "facili" che hanno generato il buco venuto a galla nel bilancio 2012. Una voragine di 527 milioni che ha messo in pista un'operazione di soccorso da parte di un gruppo di imprenditori locali, che però stenta a decollare. I ventilati 300-400 milioni di aumento di capitale potrebbero non bastare: un'incognita che crea qualche titubanza tra i potenziali futuri azionisti.

E nell'attesa di conoscere il destino della banca marchigiana (salvataggio grazie all'impegno di forze locali o naufragio con cessione a prezzi di saldo ad altra entità bancaria), con l'obiettivo di rassicurare i clienti il management ha pubblicato sul sito internet un messaggio dove evidenzia «il notevole miglioramento della struttura dell'attivo e del passivo di bilancio, conseguito anche grazie a una rilevante crescita della raccolta da clientela». In una lettera inviata a fine luglio ai direttori di filiale, i vertici di Banca Marche hanno comunicato i primi risultati del piano industriale appena avviato, sottolineando la crescita della raccolta netta di oltre un miliardo da giugno 2012 a giugno 2013, conseguita perlopiù con i conti deposito. A fine 2012 con la raccolta totale da clientela in netta diminuizione risultavano attivi circa 33mila depositi vincolati «Risparmio Mio», con volumi pari a oltre 1 miliardo di euro.

Mentre i contratti di «Deposito Sicuro», dedicato alla nuova clientela, erano ben 6.391 con una raccolta netta pari a 414 milioni di euro, più della metà rastrellati online da clienti residenti in luoghi dove la banca non è presente "fisicamente". Segno evidente che nonostante la sovraesposizione mediatica, la banca è riuscita ad acquisire nuovi clienti offrendo sui conti deposito alti rendimenti. Ma all'euforia dei depositanti si contrappone il malumore dei detentori di azioni dell'istituto marchigiano: il valore del singolo titolo è sceso sotto 0,3 euro (veniva scambiato in banca a oltre 1 euro nei primi mesi del 2012).

Dopo lo scoppio dello scandalo derivati, anche Mps sta cercando di fronteggiare il susseguente ritiro di denaro da parte dei clienti più allarmati, offrendo rendimenti attraenti sui conti deposito.
Situazioni patologiche che vanno a intrecciarsi con il persistente deterioramento dell'economia reale che continua a mettere a dura prova i bilanci delle banche. Un contesto che dovrebbe suggerire al risparmiatore di alzare il livello di guardia, anche solo per capire se l'extra-rendimento offerto da alcune banche sia più che sufficiente a compensare i maggiori rischi.

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