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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2013 alle ore 06:43.

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MILANO
I colloqui tra la Carlo Tassara di Romain Zaleski e le banche creditrici entreranno nel vivo la prossima settimana. Al momento non è stato convocato alcun incontro, ma fonti vicine agli istituti riferiscono che il vertice potrebbe tenersi giovedì 5 settembre, al massimo il giorno dopo.
Sul tavolo, è noto, finiranno le «perplessità» sollevate nei giorni scorsi da UniCredit, una delle principali banche esposte verso la Carlo Tassara, sul piano presentato nei mesi scorsi ai creditori con l'obiettivo di rivedere i termini dell'accordo di stand still, allungando fino al 2016 il rientro del debito di 2,2 miliardi che sarebbe terminato alla fine del 2013.
In particolare la Carlo Tassara ha presentato agli istituti un progetto industriale che copre un arco temporale che va fino al 2016 proponendo alle stesse banche di trasformare parte dei loro crediti in strumenti partecipativi per un ammontare complessivo di 750 milioni di euro. Nell'ambito di questa proposta la società ha chiesto che non tutti gli asset detenuti siano messi sul mercato. La Metalcam, la centrale elettrica Terzo salto di Esine e alcune altre partecipazioni con valenza principalmente territoriale, resteranno nel portafoglio della holding. Infine, la società ha proposto una modifica alla governance con l'inserimento della così detta clausola del casting vote in base alla quale, nell'ipotesi di parità di voti nel consiglio di amministrazione, viene data prevalenza al voto del presidente.
Il punto è che il pacchetto di misure proposto dalla società non ha trovato il gradimento di UniCredit che verso la Tassara è esposta per 500 milioni. Due le richieste dell'istituto: la revisione della governance e una modifica della ripartizione degli attivi. Più nel dettaglio, la banca ha chiesto alla Tassara l'impegno a rivedere gli equilibri interni al cda con un maggior numero di consiglieri indipendenti. La «clausola del casting vote» è ritenuta insufficiente da piazza Cordusio. L'altra questione è la ripartizione degli attivi: nel nuovo piano di ristrutturazione, infatti, viene previsto che alcuni degli asset non vengano posti in liquidazione, ma la banca chiede una modifica di questo passaggio. L'incontro fissato per la prossima settimana sarà dunque decisivo per capire se c'è spazio per un compromesso. Secondo indiscrezioni ci potrebbe essere apertura da parte della «proprietà» della Tassara, ovvero dalla famiglia Zaleski, a rivedere la governance come richiesto dalle banche. Così come – si vocifera – si potrebbe trattare sulla divisione degli attivi, magari prevedendo una partecipazione delle banche ai proventi degli asset definiti non cedibili.
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