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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2013 alle ore 06:47.

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MILANO
A Siena proseguono gli interrogatori intorno alla vicenda giudiziaria del Monte dei Paschi. Il fascicolo sull'acquisizione di Antonveneta è stato chiuso a fine luglio, e ora a settembre i 9 indagati (a cui si aggiungono due banche, Mps e Jp Morgan) verranno ascoltati dai procuratori Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso. Ieri è stata la volta di Tommaso Di Tanno, ex presidente del collegio di revisori dei conti di Mps, ai tempi in cui venne messa in piedi l'operazione di acquisizione della banca padovana nel 2007. Oggi saranno invece sentiti in procura Raffaele Rizzi, a capo dell'area legale nello stesso periodo, e Daniele Pirondini, responsabile dell'area finanziaria. Di Tanno è indagato per ostacolo alla vigilanza, Rizzi per falso in prospetto e Pirondini per ostacolo alla vigilanza, manipolazione del mercato e falso in prospetto.
In questo mese però, per i pm, ci saranno anche altri impegni. Come più volte riportato dal Sole 24 Ore, ci sono sul tavolo degli inquirenti altri dossier. Prima di tutto a Siena verranno prese in considerazione la posizione e le responsabilità dei manager di Jp Morgan, che nel 2007 misero a punto lo strumento finanziario Fresh, finalizzato ad un aumento di capitale reputato fittizio dai procuratori senesi e dal Nucleo valutario della Guardia di finanza, che indagano sul caso. Poi verrà anche approfondita la situazione di Deutsche Bank, ritenuta dagli inquirenti responsabile di aver realizzato un derivato dubbio, Santorini, che avrebbe causato perdite a Mps, in accordo con gli ex vertici del Monte che avevano bisogno, secondo le ricostruzioni dei pm, di "abbellire" il bilancio. Questi i due dossier più tecnici.
Intanto si ritorna anche a parlare, in Toscana, delle interferenze del mondo politico in quello degli affari. Anche di questo filone giudiziario si è più volte parlato. Ora su questo fronte ci sarebbe una collaborazione tra procure di Siena e Firenze. Dentro l'indagine su Antonveneta sono infatti finiti verbali che avrebbero una rilevanza più ampia (per quanto più generica e con reati non ancora identificabili), dai quali emergerebbero relazioni tra politica e mondo bancario e imprenditoriale.
Ci sono dichiarazioni che sembrano in effetti evocative. «La mia nomina, come quella dell'avvocato Giuseppe Mussari alla guida della banca, fu decisa dai maggiorenti della politica locale e regionale e condivisa dai vertici della politica nazionale», ha dichiarato ad esempio l'ex presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, sentito come persona informata il 24 luglio 2012 dai pm. E sempre Mancini ha detto ai magistrati che «il punto di riferimento di Mussari nel Pdl era l'on. Denis Verdini», ma che aveva «rapporti anche con Gianni Letta». Per quanto riguarda i Ds, sempre secondo Mancini, Mussari aveva come referente Franco Ceccuzzi, «che a sua volta può essere inquadrato nell'area dalemiana», ma anche con Walter Veltroni aveva «rapporti cordiali». Al momento non ci sarebbero però ipotesi di reato.
Nelle carte depositate al momento della chiusura dell'inchiesta su Antonveneta ci sono anche numerosi "omissis". Come quello dell'interrogatorio dell'ex sindaco Ceccuzzi, in cui si fa riferimento ai nuovi vertici di Mps. È possibile che queste carte entrino a far parte del nuovo fascicolo.
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