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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2013 alle ore 08:47.

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Un clamoroso flop. Così analisti, addetti ai lavori e media hanno bollato lo sbarco in Borsa di Facebook lo scorso anno. Un'Ipo attesissima ad un prezzo di 38 dollari per azione. Valutazione forse troppo generosa per il mercato che ha venduto pesantemente nella settimana del debutto e nei mesi successivi arrivando a portare il prezzo dell'azione a un minimo di 17,73 dollari a settembre dell'anno scorso. Il collocamento disastroso del numero uno dei social network ha alimentato forti dubbi sulla sostenibilità delle quotazioni delle nuove internet company. Il campanello d'allarme sul rischio bolla ha avuto l'effetto di scatenare un'ondata di ribassi che, partendo dal pesce grosso Facebook, ha finito per travolgere anche altre società più piccole sbarcate in Borsa in questi anni. Il 2012 è stato disastroso per alcuni nomi della web-economy come Groupon che ha chiuso l'anno con un saldo negativo del 76,4%, o Zynga, azienda di videogiochi legata a doppio filo con Facebook, che ha perso il 74,9 per cento.
Dopo il grande storno del 2012 c'è stato però il rimbalzo del 2013. Lo scorso mese, grazie ai conti del secondo trimestre superiori alle aspettative, Facebook è tornata per la prima volta sopra il prezzo dell'Ipo e oggi si attesta a +18% rispetto ai prezzi di debutto. Da inizio anno il titolo ha guadagnato oltre il 68% tirando la volata a tutto il settore. La performance dei titoli della nuova generazione web è stata addirittura a tripla cifra in diversi casi. Eclatante è il rally di Yelp, società da 178 milioni di dollari di fatturato che gestisce yelp.com, social network dedicato alla ricerca locale di attività commerciali, il cui titolo ha guadagnato il 238% da inizio anno. Oppure Netflix, sito che offre un servizio di noleggio online di videogiochi e film in streaming che ha guadagnato il 235 per cento. Saldo a tripla cifra anche per LinkedIn (+117%). Il social network per trovare lavoro è senza ombra di dubbio quello che ha fatto meglio in Borsa. Le azioni, che oggi viaggiano a 250 dollari, sono in rialzo del 455% rispetto ai livelli del debutto a Wall Street e l'anno scorso non hanno praticamente risentito del terremoto Facebook. Merito dei fondamentali di bilancio solidi e di una crescita del fatturato, balzato oltre il miliardo di dollari annuo nel secondo trimestre dell'anno, che è stata del 71,9 per cento. Percentuale che sale vorticosamente a +936% se si confrontano i dati dell'ultima trimestrale con quelli del bilancio 2009 chiuso con ricavi per 120 milioni di dollari.
Il minimo comun denominatore delle nuove società web sbarcate in questi anni a Wall Street è proprio la crescita che, secondo S&P Capital IQ, negli ultimi anni è stata mediamente del 51 per cento. Un elemento di forza e allo stesso tempo di debolezza. Sempre S&P calcola che la capitalizzazione dei 5 maggiori social network quotati a Wall Street è mediamente pari a 14 volte il giro d'affari. Più del doppio dell'indice Nasdaq la cui capitalizzazione è in media pari a 6 volte il fatturato. Per giustificare multipli di questo tipo è indispensabile continuare a crescere a ritmo spedito per anni a venire. Un'impresa ardua in un mercato altamente competitivo e in continua evoluzione. Non a caso Zynga, l'unica a registrare un calo dei ricavi quest'anno, è stata punita pesantemente dalla Borsa e il titolo oggi vale il 70% in meno rispetto all'Ipo.
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