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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2013 alle ore 06:53.
MILANO
L'argomento è scivolato in secondo piano, oscurato dalle manovre sui destini dell'assetto azionario. Ma il progetto di scorporo della rete Telecom Italia non si è fermato nei mesi estivi. E a quanto risulta al Sole 24 Ore il documento con informazioni più dettagliate richiesto dalla stessa Agcom è sostanzialmente pronto. Manca solo la presentazione da parte del gruppo all'Autorità che potrebbe averlo sul proprio tavolo in occasione della seduta di Consiglio del 30 settembre, la prossima in calendario.
Il progetto di spin-off della rete va dunque verso un'accelerazione. A luglio, con la positiva conclusione della pre-istruttoria, l'Agcom aveva richiesto alla società presieduta da Franco Bernabè un'integrazione alla prima informativa ricevuta a fine maggio, comunicando l'intenzione di avviare «nel mese di settembre l'analisi coordinata dei mercati d'accesso».
Nel frattempo, dal via libera del Cda di Telecom al progetto di scorporo – che per arrivare a regime richiede comunque almeno 18 mesi – vari eventi hanno sparigliato le carte. Primo fra tutti la querelle sul prezzo dell'unbundling (il costo d'affitto che gli operatori alternativi pagano all'ex monopolista per l'ultimo miglio della rete fissa). Agcom ha abbassato le tariffe 2013 attirando gli strali di Telecom, con i vertici che hanno ribadito con forza il legame fra piano di scorporo della rete e decisioni sui prezzi del rame. Nella partita è poi entrata anche la Ue che ha criticato la delibera Agcom.
«Ci vorrà qualche giorno per il pronunciamento del Berec, poi comincerà la fase del dialogo a tre fra Agcom, Berec e Commissione Ue, per chiudere entro un mese, un mese e mezzo, il dossier», ha commentato ieri a margine di un convegno il presidente Agcom, Angelo Marcello Cardani. Il quale, però, sul tema dello scorporo ha voluto mettere le mani avanti: «Non abbiamo nessuna carta allo studio. Siamo in stand-by. Aspettiamo la documentazione da Telecom».
Sul possibile spin off c'è tuttavia da mettere agli atti un'importante presa di posizione del viceministro allo Sviluppo, con delega alle Tlc, Antonio Catricalà. «Per il Governo – ha detto Catricalà – lo scorporo della rete di Telecom è un obiettivo molto importante» che comunque «va perseguito nell'ambito del libero mercato». In questo quadro, «la Cdp può avere un ruolo da protagonista, ma l'investimento deve risultare profittevole» perché la Cassa depositi e prestiti «non dà aiuti di Stato».
A ogni modo, anche se «i tempi non sono prevedibili» l'operazione di spin off «non è mai stata abbandonata. Non c'è mai stata rinuncia da parte di Telecom», ha detto Catricalà definendo Telecom «un asset importantissimo, i soci sono forti, il business è molto importante, c'è la rete che vale moltissimo». Il governo, ha chiosato il viceministro, «non deve preoccuparsi. Il rinvio del cda di qualche giorno non è un allarme ma il modo corretto di arrivare alla riunione con il più largo consenso dei soci». Il tutto con una convinzione di fondo: «Se c'è un problema di rafforzamento della compagine azionaria sarà risolto da Telco con saggezza».
@An_Bion
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