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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2013 alle ore 17:29.

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Spread, che confusione. È a 250 o 235? Svelato il giallo nel calcolo nel «termometro» della crisi

Spread, che confusione. Da qualche settimana le comunicazioni ufficiali che riguardano il "termometro della crisi" non coincidono, pur provenendo da fonti affidabili. Prendiamo i dati di oggi (il pezzo è riferito al 19 settembre, ndr): secondo Bloomberg lo spread (differenziale) tra BTp e Bund a 10 anni è vicino a 235. Mentre secondo Reuters lo stesso spread è a 250, 15 punti base in più (non noccioline).

Difformità anche nel calcolo dello spread tra Italia e Spagna che da mesi si rincorrono nella classifica dei rendimenti e della connessa sostenibilità del debito. Secondo Bloomberg i titoli italiani hanno un rendimento inferiore rispetto agli equivalenti spagnoli di 3 punti base. Secondo Reuters invece è il contrario. Sono i BTp a pagare di più rispetto ai Bonos, con uno spread Italia-Spagna di ben 12 punti.

Dove sta la verità? Il giallo è agevolmente risolvibile. Lo spread si calcola sottraendo i rendimenti di due titoli che vengono presi in esame, quotati sul mercato secondario (già emessi). Ad esempio per ottenere lo spread tra Italia e Germania sui titoli a 10 anni si prende il BTp quotato con scadenza più prossima a 10 anni e lo si confronta con il Bund tedesco che ha caratteristiche simili.

Simili è la parola chiave per svelare l'enigma dello spread. Dato che i titoli vengono emessi in giorni differenti è tecnicamente impossibile avere un confronto realmente ponderato. Un esempio concreto. La piattaforma Bloomberg utilizza come benchmark (titolo di riferimento per il calcolo dello spread) sui 10 anni il BTp con scadenza maggio 2023 che in questo momento ha un prezzo di 101,96 a fronte di un rendimento (che è inversamente proporzionale al prezzo) del 4,29%. Questo tasso va confrontato con il Bund tedesco utilizzato come benchmark. In questo momento Bloomberg utilizza il Bund che scade il 15 agosto 2023 che prezza un rendimento dell'1,92%. Sottraendo da 429 punti base i 192 del Bund si ottiene uno spread di 237 . Molto semplice, no?

E allora perché Reuters ci dice oggi che lo spread tra Italia e Germania è a 250? Perché dal 1° agosto ha cambiato benchmark e utilizza un nuovo BTp nel confronto dei rendimenti a 10 anni: nel dettaglio viene preso come punto di riferimento il BTp con scadenza marzo 2024. Questo titolo, avendo una durata residua maggiore rispetto a quello che scade nel 2023, paga un po' di più dell'altro: ovvero il 4,42% (contro il 4,29%). Se sottraiamo pertanto ai 442 punti base del BTp i 192 del Bund (che invece è sempre lo stesso) otteniamo una differenza (spread) di 250 punti base.

Lo stesso accade nel confronto Italia-Spagna. Confrontando il "vecchio" BTp (4,29%) con il benchmark spagnolo (Bonos scadenza 31 ottobre 2023 che rende il 4,32%) si ottiene che l'Italia è in vantaggio nella "classifica dello spread", cioè chiede ai mercati 3 punti base in meno per finanziarsi sulla stessa (in realtà simile come abbiamo visto) durata. Considerando invece il "nuovo" BTp scelto da Reuters (che però ha una durata residua superiore rispetto a quella del Bonos) la Spagna controsorpassa subito l'Italia pagando 10 punti base in meno.

Nessun mistero, quindi. Il tempo passa anche per i titoli di debito e, per avere una dimensione più realistica del confronto tra due Paesi, bisogna anche aggiornare i titoli benchmark (di riferimento) su cui calcolare lo spread. Se le fonti di calcolo non si sincronizzano (come sta accadendo dal 1° agosto a questa parte) nascono spread paralleli.

twitter.com/vitolops

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