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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2013 alle ore 06:45.

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Alberto Ronchetti
Le incertezze sulle prospettive della ripresa economica globale innervosiscono i mercati, costringendo a una continua rimodulazione delle politiche di portafoglio. I dati previsionali economici sono ballerini, togliendo visibilità alle stime sull'andamento congiunturale. E talvolta i decisori della politica monetaria fanno scelte che vanno contro le aspettative degli analisti, prendendo decisioni inattese e costringendo i gestori a una rapida rotazione degli stili di investimento.
Quando mercoledì scorso la Fed ha annunciato che – almeno per ora – i programmi di Quantitative easing continueranno e l'avvio del tapering è stato rinviato di qualche mese, molti gestori sono stati colti di sorpresa e hanno dovuto riconsiderare scelte di investimento messe da parte negli ultimi mesi: è probabile che nelle prossime settimane vedremo un ritorno verso temi e titoli difensivi, piuttosto che verso i listini dei Paesi emergenti. Tutte strategie che avrebbero contraccolpi negativi dal restringimento della liquidità sui mercati.
Venerdì scorso è stato un giorno di prese di beneficio, dopo il gran rialzo dei listini giovedì, anche perchè i mercati europei volevano aspettare il risultato delle elezioni tedesche di ieri. Comunque è fuor di dubbio che nelle prossime settimane assisteremo a movimenti molto interessanti sui mercati azionari e obbligazionari.
«Gli investitori – dicono Michael Hewson e Ric Spooner di Cmc Markets – hanno spazio e tempo per chiedersi dove posizionare i propri portafogli nell'attesa che la Fed annunci il tapering: poichè le valutazioni sull'equity sono già elevate, altri due mesi di Quantitative easing saranno sufficienti a spingere ulteriormente i prezzi al rialzo oppure è meglio farli scendere un po'?».
D'altra parte, dicono sempre a Cmc Markets, «la mossa della Fed, che ha colto di sorpresa il mercato, di procrastinare la fine del Quantitative easing ha certamente spiazzato molti portafogli, che hanno dovuto ricoprirsi velocemente per non subire perdite nelle posizioni (fino a pochi giorni fa corte di equity e lunghi di bond)».
Ma, nel dettaglio e al di là degli ultimi movimenti, quali sono i temi più gettonati dai gestori nel recente passato e come funziona la rotazione degli stili di investimento sui mercati? Lo facciamo utilizzando una recente newsletter dove Ed Yardeni, uno dei guru più conosciuti a Wall Street, ha spiegato come cambia rapidamente l'umore dei gestori durante l'anno.
Lo scorso inverno, per esempio, le azioni ad alto rendimento cedolare, gli high dividend yield, erano favorite nelle scelte di portafoglio. Poi in estate, con il recupero dei rendimenti obbligazionari, sono cadute in disgrazia. C'è da immaginare che, dopo le ultime decisioni della Fed, questi titoli tornino nelle grazie degli investitori.
Altro esempio di rapido passaggio dal valore degli investitori all'abbandono è quello delle azioni sensibili ai tassi di interesse. Le azioni dell'edilizia e degli altri comparti interest-sensitive sono stati venduti nel corso dell'estate. «Gli investitori sono preoccupati che i tassi del mutuo in aumento possono rallentare le vendite di case – spiega Yardeni – ma intanto i proprietari di case spendono molti soldi per la ristrutturazione delle proprie abitazioni». Anche in questo caso, come in quello degli high-yield dividend, c'è da aspettarsi che la liquidità disponibile spinga al rialzo i titoli delle costruzioni.
Anche le Borse europee, secondo lo studio di Yardeni, sono interessanti – o meglio sono tornate a essere interessanti – per l'investitore globale. Uscite dal dimenticatoio nella prima parte dell'anno, da fine giugno hanno messo a segno un impressionante rimbalzo di quasi il 12 per cento. «Gli investitori sono stati attratti dai titoli europei - continua Yardeni - perchè stanno anticipando che i ricavi e dei margini di profitto, finora depressi, aumenteranno e, inoltre, mostrano multipli valutativi particolarmente bassi».
Un altro tema da guardare con un occhio di attenzione è quello dei mercati emergenti. Da inizio anno, fino a inizio estate, sono stati un affare. Poi, mentre si iniziava a temere una fine anticipata del Quantitative easing americano, hanno iniziato un pesante ridimensionamento delle quotazioni. C'è da immaginare che ora reagiranno bene alla politica della Fed.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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