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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2013 alle ore 12:48.

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Alessandro Pansa (Imagoeconomica)Alessandro Pansa (Imagoeconomica)

Finmeccanica aspetta un segnale dalla politica per decidere quali settori rilanciare e cosa fare delle dismissioni che sono sulla rampa di lancio, a partire da Andaldo Energia, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Ovvero se mandare in porto le trattative ormai quasi conclusi con potenziali partner esteri come i coreani di Doosan per Ansaldo Energia, oppure aspettare che un cavaliere bianco, come la Cassa depositi e prestiti o il Fondo strategico, scendano in campo per difendere l'italianità di questi asset. «Oggi Finmeccanica è presente nell'aerospazio e in difesa in troppi settori - ha spiegato ieri l'ad Alessandro Pansa, durante un'audizione presso la commissione Difesa della Camera - c'è un'eccessiva diversificazione e per poter partecipare seriamente al processo di riorganizzazione europea dobbiamo scegliere in quali settori investire di più, in quali cercare e ritenere di potere avere la leadership non solo italiana ma anche europea». È proprio per fare questa scelta che Pansa chiama in causa la politica. Se, come sta emergendo, la società da sola non può dismettere gli asset ai compratori che si sono fatti avanti sul mercato - sembra essere il senso del discorso del managaer - oppure non può decidere dove investire, allora la politica condivida una strategia per rilanciare la società. «Siamo noi che possiamo definire il futuro, oppure sarà il futuro che deciderà per noi», ha avvertito l'ad. «Non nego che il futuro della nostra azienda sarà assai diverso, a seconda che seguirà percorsi del tutto industriali» ha aggiunto, oppure che le scelte scaturiscano da «un rapporto chiaro tra politica e industria. La politica dovrà riconoscere gli interessi dell'industria e l'industria, comprendendo le funzioni di preferenza e i vincoli della politica, cerca di trovare una strada comune per favorire gli investimenti necessari per effettuare miglioramenti qualitativi e quantitativi».

Strategici Agusta Westland, gli arei da addestramento e i turboelica. Entrando nel dettaglio delle singole attività, il manager ha spiegato che per quanto riguarda l'aerospazio Agusta Westland è oggi la terza azienda al mondo per dimensione e la prima per profittabilità, ma il mercato italiano è completamente saturo e un investimento, da parte dell'amministrazione della Difesa per una maggiore internazionalizzazione su mercati importanti, consentiranno all'azienda di avere un ruolo» da leader in Europa. E «lo stesso vale per parti rilevanti dell'aeronautica, civile o militare» in particolare per «gli aerei da addestramento, da trasporto leggero, supporto tattico, i turboelica regionali per l'aviazione civile». A proposito della vicenda degi F35, il manager ha chiosato:«Rispetto a temi come l'F35 ci riteniamo degli esecutori intelligenti delle scelte altrui».

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