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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2013 alle ore 18:44.
ROMA - Il sistema finanziario italiano ha superato ben due recessioni e ha incrementato i depositi e accresciuto il capitale di cui dispone in circostanze molto difficili senza il supporto dello stato. Ma un'economia ancora debole e lo stretto legame fra banche e debito sovrano continueranno anche in futuro a gravare come due spade di Damocle sulle banche.
È questo in estrema sintesi il giudizio del Fondo monetario nel suo secondo Financial sistem stability assessment, che promuove la resilience la capacità di reagire alla crisi economica delle aziende di credito italiane e valuta positivamente anche la capacità di reggere agli shock esterni più duri, ma non nasconde che i punti di vulnerabilità del sistema vengono dall'esterno perché sono legati alla perdurante debolezza dell'economia reale.
In particolare i risultati sofisticati stress test ai quali il Fondo ha sottoposto un campione di 32 banche che rappresentano il 90 per cento del sistema creditizio italiano dicono che anche nel worst case scenario (l'ipotesi di un drastico peggioramento della congiuntura fino al 2015) nella media il sistema si collocherebbe entro i requisiti minimi regolamentari e solo 13 banche del campione, dunque meno della metà mostrerebbero una carenza di capitale pari a 6 miliardi ovvero lo 0,4 per cento del Pil.
Il report, tuttavia contiene un esame estremamente approfondito del nostro sistema (l'Italia è il primo paese industrializzato ad ottenere questa sorta di certificazione esterna da parte degli ispettori del fondo con le nuove regole di Basilea tre in vigore e dunque con requisiti di capitale fortemente innalzati). E raccomanda azioni in quattro direzioni: continuare a rafforzare gli accantonamenti a fondo rischi e le coperture finanziarie; rafforzare la governance in alcune categorie di aziende di credito, come le banche popolari e quelle il cui controllo fa capo alle fondazioni; per le fondazioni in particolare si afferma che esse dovrebbero essere sottoposte a standard minimi di trasparenza di governance e di diversificazione degli attivi, mentre per le grandi banche popolari andrebbe superato o schema di governance della cooperativa.
Tra le raccomandazioni dei superesperti del Fondo c'è anche quella di rafforzare il Monte dei Paschi di Siena, che in quanto terza banca banca italiana ha evidenti implicazioni sistemiche : «il miglioramento dell'attuale ambizioso piano di ristrutturazione è un punto critico non solo per la banca in se ma per l'intero sistema finanziario nel suo insieme».
Il fondo promuove a pieni voti la qualità della vigilanza italiana e raccomanda di varare una normativa che attribuisca ai supervisori il cosiddetto potere di removal.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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