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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2013 alle ore 15:41.

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Torna la fiducia tra i risparmiatori. E a decidere sono sempre più le donne - Quiz: scopri che investitore sei

Torna la fiducia tra i risparmiatori che tra mille difficoltà registrano una crescita dei loro salvadanai, anche se coloro i quali riescono ad accantonare denaro sono una minoranza, quattro su dieci, complice la crisi. Ma il risparmio resta un valore molto importante per gli italiani e si impone sempre più frequentemente all'interno delle famiglie la figura delle donne. È questa la fotografia scattata dall'Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2013, progetto del Centro Einaudi e di Intesa San Paolo, basato su un sondaggio Doxa effettuato nei primi due mesi dell'anno in corso sulla base di 1044 interviste a capofamiglia, sottoscrittori di un conto corrente bancario o postale. Un'indagine che conferma le priorità degli italiani che mettono al primo posto delle priorità il futuro dei figli e poco distante il futuro pensionistico.

I segnali più evidenti di miglioramento del clima in materia di risparmio riguardano soprattutto le consistenze e i rendimenti dei portafogli nel corso dello scorso anno: il portafoglio medio degli italiani, secondo i curatori dell'indagine, è cresciuto del 15,9 per cento. Le obbligazioni restano l'asset preferito degli italiani: quasi la metà dei risparmiatori le ha sottoscritte lo scorso anno, caratterizzato dal lancio del BTp Italia; anche se se sale al massimo storico, il 30%, la quota di chi le ritiene rischiose. Cresce in modo rilevante l'interesse per il risparmio gestito che incontra la soddisfazione del 54,8% degli intervistati, poco sotto il livello del 2011 (58,9%). Le case restano l'investimento preferito degli italiani, anche se l'obiettivo èsempre più "speculativo": sale al 6,6% la quota di chi punta al mattone per motivi legati ad attività commerciali o professionali, sale all'8,7% la quota di chi guarda all'immobiliare come seconda casa o per destinarla ai figli, mentre scende 5,8% la quota di chi punta al mattone come prima casa.

Il tasso di risparmio e la crisi
Complessivamente, secondo quanto emerge dall'indagine, i segnali di fiducia sono più qualitativi che quantitativi, nonostante i segnali di sofferenza: si stabilizza il tasso di risparmio degli italiani, in media l'11% delle entrate almeno per quel 38,9% di italiani che riesce ad accantonare qualcosa, la maggioranza dei quali mette da parte senza un obiettivo preciso ma per precauzione e prudenza. Stabile rispetto allo scorso anno al massimo storico la percentuale di chi non riesce a risparmiare: per il 61,1% degli italiani il risparmio è un miraggio, vista la crisi economica che imperversa. Una crescita molto rilevante dal 33,3% del 1987 o dal 48,5% del 2001 e che aveva subìto un accelerazione drastica del 9% tra il 2011 e il 2012. Eppure il risparmio resta un valore per la gran parte degli italiani, il 66% del campione intervistato.

L'indagine ha analizzato l'effetto della crisi sui bilanci delle famiglie: cala al 55,6% dal 59,3% la quota di chi registra pesanti segnali di deterioramento della propria salute economica, aumentano gli stabili e chi registra segnali di miglioramenti lievi o più sensibili. Al di là del dato quantitativo, come detto in precedenza, l'Indagine del Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo registra una accresciuta serenità dei risparmiatori italiani, misurata anche attraverso il calo dell'euroscetticismo - tanto che le istituzioni europee sono quelle che incontrano una maggiore fiducia rispetto a quelle italiane - una minore rassegnazione, una maggiore proattività nelle scelte, una migliore percezione del rapporto rischio/rendimento e infine una maggiore consapevolezza delle problematiche previdenziali, a seguito delle recenti riforme.

Le donne decidono
I soggetti più fragile dal punto di vista finanziario, sono quelli che più patiscono gli effetti della crisi. E l'universo femminile registra un peggioramento in questo senso: sale al 12,4% la quota di chi non è economicamente indipendente e ciò non certo per scelta: la dipendenza è una condizione subita dalle italiane. Tuttavia per una donna su otto, il 12,8%, la crisi rappresenta un'occasione progettare e rimettersi in gioco. E in effetti le donne sono sempre più protagoniste nelle scelte finanziarie in famiglia: per le scelte di spesa, che decidono nel 72,6% dei casi, ma anche nelle scelte di risparmio, che amministrano nella maggioranza di casi, il 59,6% dei casi. Le donne decidono autonomamente la banca di riferimento nel 65,2% dei casi, cui si aggiunge un 33,3% di condivisione con l'uomo, mentre nel 52,3% dei casi le donne decidono in autonomia in materia fiscale (piu il 35.4% di decisioni prese insieme con i compagni). Le donne soffrono la dipendenza delle loro entrate ma sono sempre più indipendenti e autonome in materia decisionale sulla destinazione del risparmio. In particolare per quanto riguarda il futuro dei figli: al centro degli interessi delle donne nel 26% dei casi, contro il 20,9 degli uomini. Un segnale importante di più elevata capacità di focalizzare la gerarchia delle scelte da pianificare per sè e per la famiglia intera. E che fa ben sperare per la salute futura del risparmio.

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