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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2013 alle ore 06:48.
L'ultima modifica è del 13 ottobre 2013 alle ore 16:00.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
I rapporti tra la Russia e l'Unione Europea rischiano di essere segnati da nuove tensioni. Ieri la Commissione ha annunciato che si prepara a contestare alla società Gazprom violazioni delle norme sulla concorrenza nell'Est Europa. L'iniziativa era attesa e potrebbe comportare per il gruppo una multa fino a 15 miliardi di euro. Da tempo l'Europa sta cercando di rendere il proprio mercato energetico più concorrenziale, riducendo nel contempo la sua dipendenza dalla Russia.
«Sarebbe prematuro anticipare quali saranno i nostri prossimi passi – ha detto ieri il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia durante un discorso a Vilnius, in Lituania – ma siamo ora entrati in una fase nuova di redazione di una lettera di obiezioni». Il politico spagnolo ha spiegato che l'indagine riguarda Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria. Alle domande sui tempi dell'iniziativa Almunia non ha voluto rispondere.
Si rimprovera a Gazprom di avere utilizato la sua posizione dominante sul mercato dell'Europa centro-orientale per limitare il libero flusso di gas e imporre prezzi ingiustificati, collegando i listini del gas a quelli del petrolio. L'indagine della Commissione dura da un anno. Gazprom, che nel 2012 ha registrato un fatturato di 4.700 miliardi di rubli (circa 148 miliardi di euro), può evitare un'eventuale multa offrendo concessioni, come è già avvenuto in altri casi. Per esempio, in passato la società russa ha eliminato dai contratti una clausola che vietava all'italiana Eni e all'austriaca Omv di rivendere gas russo acquistato da Gazprom.
Ad avere fatto ricorso alla Commissione è in particolare la Lituania, che sta chiedendo danni per 2 miliardi di € di fronte a una corte arbitrale a Stoccolma. Il Paese baltico, che paga il gas russo più di qualsiasi altro Paese, ha accusato Gazprom di imporgli prezzi «ingiusti».
Almunia ha spiegato di non avere ricevuto alcuna proposta da parte di Gazprom per risolvere la diatriba in modo amichevole. Ieri da Mosca la risposta della società è stata dura: «Vorremmo che la Commissione la smettesse di farsi pubblicità e cominciasse invece a lavorare con i documenti sul tavolo – ha detto a Bloomberg il portavoce Sergei Kupriyanov – Allora potremmo rispondere ai veri reclami piuttosto che a prese di posizione espresse attraverso la stampa».
Secondo un funzionario comunitario, la lettera di obiezioni da inviare a Gazprom potrebbe essere pronta entro fine anno. Altre fonti parlano di un'indagine che potrebbe terminare all'inizio del 2014. Su altri temi, sempre ieri, Gazprom ha confermato che intende iniziare entro fine anno l'estrazione di petrolio nell'Artico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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