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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2013 alle ore 13:09.

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L'azienda è in salute e tutt'altro che allo sbando: questo il senso della lettera aperta che BlackBerry ha inviato due giorni fa a 30 organi d'informazione di nove Paesi e pubblicato sui social media, rivolgendo un accorato messaggio ai propri utenti e partner. «Vogliamo ribadire che i nostri clienti possono continuare a contare su di noi – si legge nella nota –. Abbiamo sufficiente liquidità e non abbiamo debiti. Stiamo riorganizzandoci per ridurre i costi societari, ed è questa una fase di transizione piuttosto delicata. Ma grazie a questo passaggio diverremo presto più forti dal punto di vista finanziario».

L'azione legale
L'ennesima professione di fede della società canadese, forse in risposta alle critiche avanzate di recente dagli analisti di Gartner (che invitavano in buona sostanza i clienti della piattaforma BlackBerry Enterprise Service a trovare un'alternativa entro sei mesi), si scontra però con la nuova class-action che alcuni azionisti della compagnia hanno avviato nelle scorse ore presso la Quebec Superior Court, per ottenere un "adeguato risarcimento economico". A muoversi legalmente contro BlackBerry, rea di aver gonfiato troppo ottimisticamente le previsioni di vendita dei nuovi smartphone Z10 e di aver nascosto le difficoltà di natura finanziaria della società, un gruppo di investitori canadesi che hanno comprato azioni fra il 27 settembre 2012 e il 20 settembre di quest'anno.
La class action in questione è la seconda che piove sul capo di BlackBerry in poche settimane (la prima, depositata a New York, risale al 5 ottobre) e dalle dichiarazioni rese pubbliche dall'avvocato della parte interessata, tale Tony Merchant, si capisce bene che a far arrabbiare migliaia di azionisti sia la consapevolezza di aver perso in questi anni parecchi milioni di dollari per colpe e negligenze imputabili al management. A sfavore della società parlano i risultati dell'ultima trimestrale, che hanno evidenziato una perdita di 965 milioni di dollari, e l'annuncio del prossimo taglio di 4.500 dipendenti (il 40 per cento della forza lavoro globale). Senza dimenticare, ovviamente, il valore del titolo in Borsa, sceso sotto la soglia dei 10 dollari rispetto ai 17,80 dollari di gennaio.

La vendita alle porte
Agli azionisti sul piede di guerra non basta evidentemente sapere che una grande multinanzionale come Kpmg (cliente storico della società) abbia acquistato 3.500 nuovi smartphone BlackBerry 10 migrando alla piattaforma Enterprise Service 10.
Oggi BlackBerry ha un portafoglio di circa 70 milioni di utenti attivi nel mondo (cui si aggiungono circa 25mila licenze della soluzione Enterprise Service 10, già installate o in fase di test) ma la maggior parte di questi utilizzano terminali di vecchia generazione, e cioè basati sulle precedenti versioni del sistema operativo proprietario. Il fatto di aver reso compatibile il servizio di chat BlackBerry Messenger anche per dispositivi iOs e Android non sembra poter rappresentare la classica panacea ai problemi di "posizionamento" sul mercato che affliggono il produttore.

La lettera inviata ai clienti arriva quindi in un momento di grande incertezza per l'azienda un tempo regina dei telefonini per il business e ora ai margini in campo smartphone con una market share nell'ordine del 3 per cento. Alle porte c'è ora la scadenza dell'offerta presentata dal consorzio guidato da Fairfax Financial Holding (che ha messo sul piatto 4,7 miliardi di dollari), che fa il paio con il paventanto interesse all'acquisizione attribuito a Cisco, Google e Sap. Giusto per non farsi mancare nulla, ecco le intenzioni di riacquistare la compagnia manifestate dai co-fondatori di Research in Motion, Mike Lazaridis e Douglas Fregin, che possiedono ciascuno l'8 per cento delle azioni di BlackBerry. Chissà se qualche azionista veda di buon occhio il ritorno in campo del vecchio co-Ceo.

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