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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2013 alle ore 06:54.
CANBERRA.
Il prezzo del minerale di ferro supera tuttora 130 dollari per tonnellata: le ultime rilevazioni di Steel Index lo danno a 133,70 $, il massimo dal 26 settembre e il 21% in più rispetto ai minimi di fine maggio. La sua corsa al rialzo, tuttavia, potrebbe essere prossima a concludersi.
Secondo Ubs assisteremo a una discesa già in questo trimestre, per effetto del taglio stagionale della produzione dell'acciaio. Il declino si accentuerà poi nel 2014 a causa della crescente offerta globale. Proprio ieri Fortescue Metals Group, mineraria australiana nata appena cinque anni fa, ha comunicato di aver estratto 25,9 milioni di tonnellate nel terzo trimestre, il 61% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Pochi giorni fa anche Rio Tinto aveva riportato una produzione trimestrale da record e confermato l'espansione dell'output nella regione di Pilbara a 360 milioni di tonnellate rispetto agli attuali 290 milioni.
Ubs prevede che, a causa dell'aumento dell'offerta australiana, sui mercati di esportazione via mare nel 2014 si svilupperà un surplus globale di 154 milioni di tonnellate rispetto ai 24 milioni di quest'anno.
«Oltre al rischio di un rallentamento stagionale della produzione siderurgica, che porterà a una correzione dei prezzi nel breve periodo, siamo anche moderatamente pessimisti sul medio periodo», afferma l'analista Andreas Bokkenheuser. Secondo la banca svizzera nel 2014 il prezzo medio del minerale di ferro sarà di 106 dollari per tonnellata, per scendere a 95 $ nel 2015, dopo i 123 $ medi di quest'anno.
Bokkenheuser sostiene che i minerali ferrosi sono entrati in una fase rialzista in luglio, quando gli utilizzatori cinesi hanno rifornito i magazzini, dopo che in marzo le scorte erano scese ai livelli più bassi dal 2009. Il periodo positivo, tuttavia, si starebbe definitivamente esaurendo. Della stessa opinione è Citigroup, che prevede che al Toro (un rialzo superiore al 20% rispetto ai minimi) subentrerà presto l'Orso, ossia ribassi oltre il 20% rispetto ai picchi attuali. Macquarie Group si attende invece prezzi in rialzo fino alla fine dell'anno a causa del ristoccaggio cinese.
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