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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2013 alle ore 09:09.
L'ultima modifica è del 19 ottobre 2013 alle ore 13:27.
Il ministero dell'Economia mette i paletti per circoscrivere l'intervento di Poste nel capitale di Alitalia. Una serie di condizioni che sono state trasferite nella committment letter, ovvero l'atto con cui la società guidata da Massimo Sarmi si impegna a sottoscrivere una quota pari a 75 milioni dell'inoptato nell'ambito dell'aumento di capitale di Alitalia, inviata nei giorni scorsi ai società della compagnia. Quei contenuti hanno fatto irrigidire alcuni azionisti tra cui Atlantia, che ieri riuniva il cda per deliberare la sottoscrizione della propria quota dell'aumento. Quei paletti sono considerati tali da non assicurare l'intervento pubblico in Alitalia. Nel corso della giornata di ieri ci sono stati fitti contatti tra i soci nel corso dei quali si è deciso di andare avanti con l'operazione nonostante la nuova spada di Damocle e confidando nel fatto che palazzo Chigi lavorerà per far andare in porto l'ingresso pubblico in Alitalia. E per questo motivo il cda di Atlantia alla fine ha dato via libera all'operazione.
Nella committment letter sono previste molte condizioni sospensive dell'intervento di Poste. Tra queste la possibilità che l'Unione europea apra o attivi procedure che possano portare all'apertura di una procedura di infrazione a carico dell'Italia per aiuto di Stato nell'arco di tempo che intercorre tra giovedì scorso e fine novembre, termine entro il quale le Poste sono chiamate a fare la loro parte nell'aumento di Alitalia. L'aspettativa è che nei prossimi giorni il governo italiano proceda a una pre-notifica dell'operazione a Bruxelles sulla base della quale l'antitrust europeo deciderà come muoversi.
Un'altra condizione sospensiva è la mancata approvazione della modifica dello statuto della società dei recapiti, che si rende necessaria per includere nell'oggetto sociale il trasporto dei passeggeri. Gli uffici del ministero avrebbero avanzato perplessità sulla percorribilità di questa modifica (e in questo senso le Poste avrebbero chiesto una fairness opinion a una banca d'affari). I ratio patrimoniali del Bancoposta, per quanto da qualche anno questo abbia un patrimonio separato, non sono perfettamente in linea con quanto richiesto da Basilea2 e l'ingresso del gruppo in una attività come il trasporto aereo potrebbe porre problemi di adeguatezza del capitale. Tra le condizioni che hanno irrigidito gli altri soci Alitalia che metteranno mano al portafoglio c'è la pretesa che prima che le Poste versino la loro quota siano stati sottoscritti 225 milioni di aumento. Una soglia che andrebbe oltre la quota dei soci disponibili a fare la loro parte e i 100 milioni garantiti dalle banche. Infine Poste vincola il suo intervento a una due diligence su Alitalia che ha affidato a una società di revisione.
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