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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2013 alle ore 17:09.
L'ultima modifica è del 22 ottobre 2013 alle ore 17:53.

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Piazza Affari si piazza al 23° posto fra le principali Borse mondiali con una capitalizzazione di 353 miliardi di euro alla data del 30 giugno 2013, sebbene abbia poi recuperato parzialmente negli ultimi mesi. Lo rivela il rapporto «Indici e dati» pubblicato oggi dall'ufficio studi di Mediobanca. Se dieci anni fa, alla fine del 2003, Piazza Affari era 11° al mondo con 490 miliardi di euro di capitalizzazione, pari al 38% del Pil di allora, oggi l'incidenza sul prodotto interno lordo è pari solo al 22,6% mentre l'incidenza sul valore totale delle borse mondiali non arriva nemmeno all'1% fermandosi allo 0,9%, ultima dopo Vienna (24,2%). La migliore sotto questo profilo è Johannesburg (la sua capitalizzazione è pari al 240,9% del Pil sudafricano). Le ultime in ordine di tempo a scavalcare Piazza Affari sono state quest'anno le Borse di Malesia e Indonesia mentre il Messico era già riuscito nel sorpasso un anno fa.

Le motivazioni
«La crisi di Milano - ha spiegato Matteo Pizzingrilli - parte in realtà da lontano se si pensa che negli ultimi 10 anni, dalla fine di dicembre 2002 al 16 ottobre 2013, Piazza Affari ha avuto un rendimento complessivo negativo del 5,6% e un rendimento medio annuo pari a -0,5%». A paragone Parigi ha registrato un +4,2% annuo (+55,8% complessivo), Madrid un +4,4% (+59,3%) e il Dax di Francoforte un +8% annuo che diventa addirittura un rialzo complessivo del 129,8%. Le Borse migliori sono ovviamente quelle dei Paesi emergenti con l'Indonesia a fare da capolista con un +957,1% in dieci anni (+24,4% annuo) seguita dal Messico (558,6% e 19,1%) e dall'India (511,2% e 18,2%). Shanghai è salita del 510 per cento.

Il saldo tra entrate e uscite
Colpisce anche il dato relativo all'appeal di Piazza Affari per le aziende non ancora quotate. Dal 1998, anno di privatizzazione della borsa italiana, senza calcolare l'effetto Expandi, il saldo netto è nullo, vale a dire che si è registrato un numero di ingressi pari a quello delle cancellazioni. In termini cumulati, guardando dal 1990 ad oggi, il listino si è impoverito di 29 unità ed è stato salvato solo dell'apporto (33 titoli, di cui 45 iscrizioni e 12 cancellazioni) dell'ex nuovo mercato, senza il quale il saldo sarebbe negativo per 62 titoli.

I tempi d'oro
Gli anni ruggenti della New Economy tra il 1998 e il 2001, quando Milano viaggiava tra l'ottava e la nona posizione, sono ormai un lontano ricordo.

Peggio di Atene
Tra le 28 principali Borse mondiali, solo Milano e Atene nel decennio 2003-2013 sono regredite in termini di capitalizzazione. Solo che la piazza italiana ha perso molto più di quella greca, -27,9% contro -19% (sempre a fine giugno 2013).

Nota positiva
Unico punto a favore quella di Milano resta una Borsa molto liquida, la terza al mondo dopo il Nasdaq e Seoul per rotazione (cioè il rapporto, nell'anno, tra il controvalore degli scambi e la capitalizzazione complessiva), con un multiplo medio di 1,65x, meglio di Francoforte (1,58x). Sotto questo profilo, i mercati emergenti restano assai più illiquidi: 0,15x il tasso di Mosca, 0,21x quello di Mumbai, 0,25x quello di Città del Messico, 0,34x quella di Kuala Lumpur, 0,4x quella di Jakarta.

Le perfomance
Le altre Borse europee, complice la crisi in cui è precipitata l'Eurozona, hanno registrato nel decennio performance non paragonabili a quelle dei mercati emergenti, ma tutte sono andate meglio della Borsa di Milano, inclusa Madrid (Indice Madrid General 4,4% medio annuo, 59,3% in totale) malgrado la Spagna sia stata colpita da una crisi economica per molti versi piu' feroce di quella italiana. Peggio di piazza Affari fa solo Atene, dove l'Ase General Index ha registrato dal dicembre 2002 al 16 ottobre 2013 un rendimento medio annuo del -4% e un rendimento complessivo del -35,7%. In Germania il CDax ha registrato un rendimento medio annuo del +8% (129,8% nel complesso), a Londra il Ftse Actuaries All Share è salito del 5,9% medio annuo (85% in tutto), a Parigi Sbf 250 +4,2% in media annua (55,8% in tutto).

I titoli di Milano
Due terzi dei titoli hanno segnato variazioni di prezzo positive (177 su 266, il 67%), anche se uno su otto (34) ha perso oltre il 25%. È quanto emerge dal rapporto dell'Ufficio studi di Mediobanca, «Indici e dati 2013». Tra i titoli migliori: Milano Assicurazioni di risparmio (+360%), Fondiaria-Sai di risparmio categoria A (+281%), Camfin (+251%), Txt e-Solutions (+249%) e Rcs Mediagroup di risparmio categoria A (+233%). Tra gli andamenti più negativi, quelli di: Eukedos già Arkimedica (-92%), Seat Pg (-91%), Screen Service Broadcasting Technologies (-85%), Banca Popolare dellôEtruria e del Lazio (-77%) e Moviemax Media Group (-70%).

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