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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2013 alle ore 07:18.

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1) In caso di insolvenza quante categorie di creditori saranno soddisfatte prima di me?
2) Oltre all'insolvenza dell'emittente, ci sono altri casi in cui potrò perdere cedole o capitale?
3) L'obbligazione subordinata sarà quotata o no su un mercato regolamentato?
4) Qual è l'alternativa al bond subordinato che mi sta suggerendo?
5) Questo particolare bond subordinato va bene per me che tollero poco il rischio?


I portafogli italiani sono pieni di bond. È dunque uno strumento finanziario conosciuto. Meno noto il significato della parolina che qualche volta l'accompagna: subordinato. Essere obbligazionisti subordinati vuol dire mettersi in coda per incassare la cedola o per riottenere il capitale a cui si ha diritto, nella malaugurata ipotesi di fallimento dell'emittente (società o Stato). I creditori quasi sempre soddisfatti sono coloro che detengono obbligazioni senior: i possessori di tali titoli sono i primi che si servono al buffet. «Poi vengono tutti gli altri – ricorda Ida Pagnottella, consulente finanziaria indipendente –. Ci sono fra l'altro vari livelli di subordinazione». Fino ad arrivare all'ultimo livello, i possessori di azioni, lo strumento finanziario più rischioso ma anche più liquido. I titoli azionari si comprano e si vendono in Borsa; quindi chi non è contento dei risultati, o ha bisogno di «liquidi», vende e incassa al prezzo di quel giorno.

Attenzione alla quotazione
Non è altrettanto semplice per le obbligazioni subordinate, non è detto infatti che siano quotate. «È una delle cinque domande da fare – aggiunge Pagnottella –. Se non c'è quotazione si può acquistare lo stesso il bond ma l'emittente deve riconoscere un rendimento maggiore rispetto a strumenti simili ma quotati».

Cosa succede in caso di insolvenza
Al consulente o impiegato che propone l'investimento bisogna porre altri quesiti. Non è solo l'insolvenza dell'emittente di bond a bloccare il pagamento delle cedole. La fantasia finanziaria nei subordinati non ha confini: quindi si può decidere di non staccare cedola se quell'anno non ci sono stati profitti o se l'azienda non ha raggiunto determinati target (obiettivi). Ancora: stop alla cedola se la società quotata emittente ha evitato di pagare i dividendi nei dodici mesi. È quindi necessario chiedere se, oltre al fallimento, vi sono altre circostanze che mandano a secco il titolare di bond subordinati.

C'è sempre un'alternativa
Basta chiedere. La domanda è: cosa mi propone al posto di questa obbligazione subordinata? «La risposta nostra – aggiunge la consulente finanziaria – è la seguente: se la scadenza del bond subordinato è molto lunga, decennale, allora meglio comprare azioni; i rischi che si corrono sono simili. Se invece la scadenza è sui 4-5 anni, l'alternativa potrebbe essere un Etf con sottostante obbligazioni high yield». Ulteriore possibilità è l'investimento in un fondo che investe in bond subordinati; sono ancora pochi ma le società di gestione stanno cominciando a proporli.

La domanda delle domande
L'ultimo quesito da porsi è: ma il bond subordinato va bene per me che ho un profilo di rischio basso e investo poco in azioni? Qui si capirà se il consulente o impiegato che si ha di fronte deve raggiungere obiettivi di budget imposti dall'azienda o è invece interessato ai bisogni del piccolo risparmiatore. «Chi ha un profilo di rischio molto conservativo meglio che si tenga lontano dai bond subordinati», conferma la consulente finanziaria indipendente. Il risparmiatore è avvertito.

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