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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2013 alle ore 17:21.
Il budget per le erogazioni 2014 dovrebbe prevedere, al netto delle consuete correzioni al rialzo in corso d'anno, circa 150 milioni, in linea con quanto stanziato quest'anno. E la cifra dovrebbe restare stabile anche per i prossimi sei, per i quali Fondazione Cariplo si è data come obiettivo una capacità di erogazione annua pari al 2% del patrimonio (attualmente vicino ai 6 miliardi e mezzo), una soglia minima che a consuntivo potrà essere incrementata fino al 3,5% «in base al rendimento del patrimonio», con riferimento più alla quota diversificata che al 4,9% di Intesa, al momento blindato.
Dopodomani l'ente presieduto da Giuseppe Guzzetti approverà il documento previsionale per il 2014 ma soprattutto le linee guida per i prossimi sei anni, l'orizzonte su cui si muoverà la Commissione centrale di beneficenza rinnovata in primavera. Difficile prevedere che cosa accadrà sui mercati finanziari di qui al 2018, sia le sorti dell'investmento in Intesa Sanpaolo (la quota della conferitaria al momento vale circa il 16% del patrimonio Cariplo) sia quello degli altri strumenti sottoscritti, e per questo la Ccb ha elaborato i documenti che martedì finiranno sul tavolo della Ccb con la massima prudenza.
Tra i numeri, le novità strategiche. La più rilevante, che fa di Cariplo uno dei laboratori della venture philanthropy in Europa, è la scelta di utilizzare sempre di più la leva del patrimonio per sostenere i suoi interventi sul territorio: «Ora la Fondazione può produrre un impatto sociale sia con le erogazioni sia con il patrimonio», si legge sulla bozza del documento programmatico 2013-2018, e il riferimento è anzitutto ai mission related investments, che oggi valgono 510 milioni, quasi il 10% del patrimonio, dentro ai quali figura – ad esempio – l'housing sociale, o il venture capital.
Ma intanto, negli uffici dell'ente si sta lavorando per sfruttare al meglio la crescente finanziarizzazione che vede coinvolto anzitutto il welfare, priorità vera dei prossimi sei anni: al riguardo, tra le sfide più importanti che l'ente conta di cogliere c'è quella dei social impact bonds, strumenti obbligazionari costruiti su una partnerhip "contrattualizzata" tra attori diversi per raccogliere capitali privati destinati a politiche pubbliche innovative. Sui Sib Cariplo intende porsi non solo come investitore ma anche come punto di riferimento "culturale" in Italia: l'8 novembre si farà il punto a Milano con un convegno dedicato alla finanza a sostegno dell'innovazione sociale, dove verrà presentata una ricerca dedicata proprio ai social impact bond.
Più in generale, le tre priorità su cui si articoleranno gli interventi Cariplo dei prossimi sei anni sono i giovani, il benessere e il welfare, in un approccio sempre più intersettoriale che ha visto la Fondazione, ad esempio, costituire al suo interno un comitato interno permanente che raduna il segretario generale, i direttori d'area e i consiglieri di volta in volta coinvolti nei diversi dossier in questione. L'idea è quella di mettere in comune sensibilità e professionalità diverse per favorire un approccio sempre più allargato alle iniziative. Così come sarà privilegiato l'approccio verso partnership, anche a livello internazionale per favorire «innovazione partecipata» come ad esempio il fondo TTVenture 2, in fase di costituzione, e la nuova fase del Progetto Ager, dedicato all'agroalimentare, il più grande progetto filantropico di R&S in Europa con i suoi 27 milioni di budget raccolti finora: il 22 novembre partirà la seconda fase, con un nuovo round da 7 milioni finanziato dalle principali Fondazioni italiane. Resta saldo anche l'asse con la Compagnia di San Paolo sul nuovo welfare: il 29 novembre a Milano, i due enti ne discuteranno in un dibattito con le fondazioni spagnole, portoghesi e greche.
@marcoferrando77
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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