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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2013 alle ore 15:26.
Stephen Elop, ex Ceo e attuale executive VP della divisione Devices & Services di Nokia (carica che ricoprirà al suo ritorno in Microsoft a inizio gennaio), è nella ristretta lista di cinque candidati alla poltrona di numero uno del colosso di Redmond. L'indiscreazione riportata dall'agenzia Reuters qualche giorno fa - che inseriva fra i nomi papabili per rilevare il testimone da Steve Ballmer anche quelli di Alan Mulally (Ceo di Ford) e di tre figure interne all'azienda, fra cui il Ceo di Skype Tony Bates - ha avuto un importante seguito nelle scorse ore in un articolo pubblicato su Bloomberg.
Citando persone vicine a Elop, il quotidiano finanziario americano anticipa di fatto le prossime mosse del manager canadese nel caso di materializzasse la sua nomina ad amministratore delegato di Microsoft.
Mosse che per certi versi hanno del clamoroso: cedere la divisione Xbox (prodotto che rientrerà sotto la sua responsabilità) se questa non risulterà strategica per il core business, mandare in pensione il motore di ricerca Bing (ostaggio dello strpotere di Google) e puntare in modo deciso sui business a maggior valore (anche in termini di posizionamento sul mercato) per Microsoft, a cominciare da Office.
Vendere Office su un ampio mix di piattaforme
La suite di produttività personale più diffusa e utilizzata al mondo ha da tempo un'anima online (sottoforma di Web Apps gratuite e di pacchetto pay in abbonamento, Office 365, accessibile nella cloud) e da sempre è una delle voci più profittevoli e significative del bilancio di Microsoft. Elop, secondo Bloomberg, vorrebbe massimizzare la capacità di generare ricavi di questo prodotto, vendendolo su un più ampio "mix" di piattaforme, comprese naturalmente quelle di Apple (iOs) e Google (Android), e attraverso nuovi modelli di licensing.
Nei piani di Elop ci sarebbe, in buona sostanza, l'idea di abbandonare la filosofia – alla base della gestione Gates & Ballmer - di sfruttare gli applicativi Office per promuovere l'installazione di Windows su pc e device mobili. L'errore di non adattare Word, Excel e gli altri programmi di Office per i sistemi operativi mobili di Cupertino e Mountain View non ha portato certo benefici a Microsoft ed è su questo punto che il nuovo Ceo andrebbe ad intervenire.
I numeri di Microsoft
Il tutto in uno scenario che vede le vendite di pc, i dati sono di Gartner, in flessione dell'11% nel 2013 e il fatturato della divisione Windows in crescita del 4,6% (a 19,2 miliardi di dollari) alla fine dell'ultimo esercizio fiscale (chiuso al 30 giugno). Il business legato a Office e agli applicativi aziendali di Microsoft ha chiuso invece l'anno in salita solo del 2,5%, arrivando a 24,7 miliardi.
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