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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2013 alle ore 19:31.
L'ultima modifica è del 12 novembre 2013 alle ore 19:34.

Finmeccanica ha creato la bad company per AnsaldoBreda, ma una soluzione per l'uscita del gruppo della società ferroviaria non è ancora vicina. È questo lo stato dell'arte, secondo quanto riferiscono a Radiocor diverse fonti vicine al dossier, nel giorno in cui l'amministratore delegato Alessandro Pansa si è presentato a Londra per incontrare la comunità finanziaria che attende da tempo novità in particolare su AnsaldoBreda.
Le reazioni del mercato alla presentazione che Pansa ha svolto non si sono fatte attendere: Finmeccanica nelle ultime fasi della seduta ha strappato decisamente al rialzo chiudendo con un balzo del 4,9% a 5,33 euro.
È stato il cda di Finmeccanica della scorsa settimana di fatto a varare la creazione della bad company. Manca ancora la decisione operativa del board di AnsaldoBreda (una cui riunione è in programma domani) per dare poi concretamente avvio alla scatola societaria nella quale far confluire i debiti, i business meno produttivi e i diversi contratti in sofferenza della società ferroviaria.
Questa soluzione è stata individuata dal management di Finmeccanica come un passaggio indispensabile per rendere la parte 'sana' di Breda appetibile. Tuttavia, per la sua cessione la strada sembra tutt'altro che in discesa. Le trattative con General Electric, che è fortemente interessata ad acquisire Ansaldo Sts, si sono negli ultimi giorni fortemente raffreddate se non addirittura arenate proprio perché il gruppo americano non ne vuole sapere di acquisire anche Breda, come vorrebbe Finmeccanica.
La scorsa settimana Pansa parlando con gli analisti per la presentazione dei risultati dei nove mesi ha ribadito l'intenzione di andare avanti con la cessione del comparto ferroviario, sottolineando che Finmeccanica é pronta a cedere anche singolarmente le due aziende.
L'unica strada percorribile, osservano le fonti, appare al momento quella di un polo civile dei trasporti nel quale far confluire le due società ferroviarie di Finmeccanica, magari unendole con la Fincantieri sotto la regia della Cassa depositi e prestiti, che controlla indirettamente il gruppo cantieristico. Una strada sulla quale però, sottolineano le fonti, si é ancora ai primi passi, nonostante alcune significative prese di posizione in favore sia a livello politico, sia a livello manageriale, ultima delle quali quella di ieri del presidente di Cdp, Franco Bassanini il quale ha detto che a certe condizioni la Cassa è pronta «a dare una mano». (Radiocor)
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