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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2013 alle ore 07:58.

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Quale genitore non ne ha posseduto almeno uno? Si tratta infatti di un evergreen un po' come «Topolino» che riesce a sopravvivere anche all'Ipad e al Nintendo nella fantasia dei bambini di oggi, pur essendo stato un classico anche per nonni e per mamma e papà.
Parliamo dei buoni fruttiferi e dei libretti postali, un investimento messo a punto da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e collocato dalla rete capillare degli sportelli di Poste Italiane. Una tipologia di investimento ancora molto valida soprattutto per chi vuole costruire, con mance e regali ricevuti da amici e parenti, un futuro solido per i figli contando sulla garanzia diretta dello Stato.

Un'esigenza sentita anche in un momento di crisi: nell'ultimo anno sono stati aperti ben 800mila nuovi libretti sfiorando quota 30 milioni. Lo stock complessivo è pari a 300 miliardi (circa 100 miliardi depositati sui libretti e circa 200 miliardi sui buoni). Il segreto del successo sta anche nell'economicità della formula: i libretti sono esenti da spese di apertura, gestione e chiusura, a eccezione dei costi di duplicazione (pari a 1,55 euro) e sono, come i buoni fruttiferi, garantiti dallo Stato, senza limitazioni di importo (mentre il fondo interbancario di garanzia sui conti correnti copre solo fino a 100mila euro per intestatario e per conto). Inoltre i prodotti postali restituiscono sempre il 100% del capitale investito e gli interessi maturati. Caratteristiche non da poco dopo le crisi vissute negli scorsi anni.

Per incentivare il risparmio delle nuove generazioni esistono formule studiate ad hoc da Cdp per assecondare le esigenze dei genitori più previdenti che cominciano fin da subito a risparmiare per il futuro dei figli. Formule che risultano anche più generose in termini di rendimento rispetto alle soluzioni postali ordinarie destinate ai maggiorenni.
I ragazzi che non hanno compiuto ancora i 18 anni hanno a disposizione tre tipi di libretti di risparmio postale con caratteristiche diverse a seconda della fascia di età: "Io cresco" (da zero a 12 anni), "Io conosco" (da 12 a 14 anni), "Io capisco" (dai 14 ai 18 anni). Formule strutturate da Cdp nel 2002 per aiutare i genitori ad accompagnare i figli nel mondo del risparmio avvicinandoli gradualmente alla gestione del denaro, a fine giugno i libretti per minori erano poco più di un milione per uno stock di 2,5 miliardi. Offrono, nelle tre declinazioni dettagliate nelle schede in pagina, un rendimento che attualmente è del 3% lordo (2,4%), ben superiore a quello previsto per dagli altri libretti postali (0,5% annuo lordo per gli ordinari e 2,5% per i libretti Smart). Nonostante il recente taglio dei tassi da parte della Bce non sono previsti per ora ritocchi al ribasso. Questa generosità è però condizionata: ogni minore può possedere solo un libretto dedicato e la giacenza massima è di 10mila euro.

Per cifre più elevate, o per chi vuole fare un regalo spontaneamente a un minore senza passare per il libretto, Cdp dal 2006 ha messo a punto i buoni fruttiferi postali "Dedicati ai minori" su cui a fine giugno erano investiti circa 3,9 miliardi di euro. Emessi in forma cartacea (salvo quelli del «piano di risparmio piccoli e buoni», di cui si parla nel pezzo di approfondimento in pagina), possono essere regalati ai ragazzi (con età fino ai 16 anni e mezzo) anche da parenti e amici, purché maggiorenni. Offrono rendimenti effettivi prefissati e determinati in funzione del numero di anni necessari al raggiungimento della maggiore età. In pratica prima si investe e più elevati saranno gli interessi incassabili. Chi per esempio regala i buoni della serie "M88" in vigore da oggi a un neonato spunterà un rendimento annuo a scadenza del 4,67% lordo (4,25% netto). Se invece il buono viene intestato a un ragazzo di 12 anni il rendimento effettivo alla maggiore età sarà del 2,61% (2,3% netto). Rendimenti superiori a quelli dei buoni ordinari di analoga scadenza.

Va però ricordato che alla scadenza naturale, che coincide con il giorno del 18esimo compleanno, i buoni dedicati ai minori diventano infruttiferi e, se non rimborsati, dopo dieci anni cadono in prescrizione. Tra i limiti dello strumento c'è la complicazione dello smobilizzo prima che il minore diventi maggiorenne. Il rimborso anticipato è possibile in ogni momento, ma solo su autorizzazione del giudice tutelare, problema che non esiste sui libretti. Sempre tra le caratteristiche fondanti dei buoni c'è l'assenza di oneri, salvo quelli fiscali. Il fisco infatti non fa sconti neppure al risparmio virtuoso delle giovani generazioni: il rendimento è tassato come per i buoni ordinari al 12,5%, una condizione uguale a quella dei titoli di Stato e più conveniente rispetto ai conti correnti, ai libretti, ad azioni e obbligazioni su cui il prelievo è del 20 per cento. C'è poi il bollo dello 0,15% annuo (con un minimo di 34,2 euro). Infine, sia i libretti sia i buoni fruttiferi non prevedono l'applicazione del bollo per giacenze medie inferiori a 5mila euro.

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