Si è conclusa, come prevedibile con un nulla di fatto, la seduta odierna del consiglio di indirizzo della Fondazione Carige. La riunione era stata convocata ieri (per oggi alle 16,30) dal vicepresidente vicario, Pierluigi Vinai, attraverso l'invio di telegrammi a tutti i membri del cdi, All'inizio del meeting, però, il consigliere e giurista Andrea D'Angelo ha sollevato questioni procedurali (convocazione tardiva e telegrammi non giunti). La mozione è stata accolta e la riunione rinviata al 3 dicembre. L'ordine del giorno della seduta comprenderà l'elezione del nuovo presidente, il rinnovo del cda e del collegio sindacale, l'approvazione del documento programmatico della Fondazione e la richiesta di autorizzazione per la vendita di azioni di Banca Carige.

A quanto risulta sarebbe già tramontata la candidatura alla presidenza dell'ex condirettore di Finmeccanica Remo Pertica, appoggiato dal vicepresidente vicario della Fondazione Pierluigi Vinai che (fino a ieri) tirava le fila dei 17 consiglieri che hanno sfiduciato l'ex numero uno della Fondazione, Flavio Repetto. Pertica, fortemente appoggiato dall'ex ministro Claudio Scajola, nonché dall'ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, a quanto risulta non ha incontrato il favore degli enti locali genovesi. Primo su tutti del sindaco, Marco Doria, che ha dichiarato: «Cosa c'entrano l'ex ministro Scajola e l'ex presidente Berneschi con un'azione che deve fare, voltata pagina rispetto al passato, la Fondazione Carige? Niente. La candidatura di Remo Pertica a presidente della Fondazione Carige evidentemente è nata male». Sono già state ritirate, peraltro, le dimissioni annunciate da Riccardo Guatelli, consigliere di indirizzo che aveva deciso di fare un passo indietro proprio per dare spazio all'ingresso di Pertica. Tutto questo, ha commentato un membro del cdi, «è un gioco molto grave e poco riuscito sul futuro della Fondazione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA