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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2013 alle ore 08:41.
L'ultima modifica è del 02 dicembre 2013 alle ore 12:00.

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«I rumors di presunti progetti di deconsolidamento e/o valorizzazione totale o parziale dell'asset brasiliano sono illazioni destituite di fondamento». Così Telecom Italia, nel comunicato diffuso questa mattina su richiesta della Consob, smentisce le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sulla possibile vendita del Brasile, sottolineando che non ci sono contatti in corso con potenziali acquirenti e non sono pervenute offerte d'acquisto, sia pure unsolicited.

La società ribadisce la strategicità della partecipazione in Tim Brasil. In merito al parere del Cade, l'authority brasiliana che, prendendo in considerazione la modifica degli accordi Telco-Telefonica lo scorso 24 settembre, ha proposta per il gruppo spagnolo una multa e l'alienazione delle azioni Telco, Telecom «si astiene, allo stato, dal commentare un procedimento amministrativo ancora nelle sue fasi iniziali, di cui è oggetto, piuttosto che parte attiva e che peraltro sta monitorando con attenzione, in coerenza con le raccomandazioni altresì del Comitato per il controllo e i rischi».

Telecom ricorda che quest'ultimo ha nominato un advisor legale indipendente per monitorare gli sviluppi delle possibili conseguenze per la società degli accordi intercorsi tra i soci di Telco il 24 settembre e ha «chiesto di riferire in materia nel cda convocato per il 5 dicembre prossimo, in vista dell'assunzione di ogni determinazione eventualmente opportuna».

Non solo. Nel comunicato di Telecom si legge anche che, secondo la società, l'operazione di vendita di Telecom Argentina «non si qualifica come operazione con parte correlata», anche se «è pacifica la sussistenza di interessi, sia pure indiretti, degli amministratori», ovvero i consiglieri espressione di Telefonica, Caesar Alierta e Julio Linares e il consigliere Gabriele Galateri di Genola, con riferimento a Generali. Così spiega Telecom Italia nel comunicato diffuso questa mattina su richiesta della Consob, riferendosi, per quanto riguarda le Generali, socio di Telco, alle «relazioni» con il gruppo Werthein, azionista indiretto di Telecom Argentina attraverso la partecipazione in Sofora, in particolare alla presenza di un credito del primo nei confronti del secondo.

Tali rapporti sono stati spiegati da Galateri nel corso del cda del 7 novembre e approfonditi l'11 novembre in un consiglio di amministrazione «telefonico», che si è chiuso (nonostante il voto contrario di Lucia Calvosi e Luigi Zingales) con la decisione che «la fattispecie non fosse connotata dalle caratteristiche proprie delle operazioni con parti correlate» e che «anche alla luce della disclosure integrativa effettuata dal consigliere Galateri in merito all'interesse nell'operazione di Assicurazioni Generali, la cessione fosse conveniente per Telecom Italia», confermando pertanto il mandato conferito al cda il 7 novembre a procedere con la vendita dell'Argentina.

Sulla questione del bond convertendo Telecom ha spiegato nel comunicato che l'operazione si è strutturata come prestito offerto in maniera indifferenziata agli investitori qualificati, con espressa indicazione che agli investitori qualificati che fossero già soci e che ne avessero fatta richiesta le banche incaricate del collocamento potessero concedere in sede esecutiva un trattamento prioritario nel processo di allocazione delle obbligazioni». Piena coincidenza di denominazione fra ente sottoscrittore del prestito convertibile e azionista iscritto a libro soci - spiega Telecom - si è avuta soltanto rispetto a soggetti titolari di circa 768 milioni azioni ordinarie pari al 5,726% circa del capitale e l'applicazione del trattamento prioritario nel processo di allocazione è stata richiesta da un totale di tre sottoscrittori, tra cui Telefonica. Difficile identificare gli investitori. «Limiti intrinseci delle evidenze a libro soci e la natura differenziata dei sottoscrittori del prestito (fra i quali alcune società di gestione del risparmio) rende impossibile l'identificazione del numero di azioni della società di cui siano effettivamente beneficial owner e/o possano direttamente o indirettamente disporre i gruppi economici in cui sono eventualmente inseriti».

In merito alla sottoscrizione del convertendo da parte del fondo Usa Blackrock, «benché il comunicato diffuso dalla società il 7 novembre precisasse che il collocamento sarebbe avvenuto al di fuori degli Stati Uniti» (oltre ad Australia, Canada e Giappone), Telecom sottolinea che la decisione è stata presa vista «l'elevata qualità dell'investitore» e «la circostanza che esso si è reso disponibile ad acquistare i titoli nonostante l'assenza di un'offerta registrata negli Usa, in virtù di una esenzione richiamata anche nel disclaimer in calce al comunicato che annunciava il lancio dell'iniziativa».

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