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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2013 alle ore 16:01.
L'ultima modifica è del 16 dicembre 2013 alle ore 19:17.

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L'euro è «irreversibile», e coloro che pianificano di abbandonarlo si muovono «nell'effimero» ma soprattutto sono degli «ingenui». A lanciare le accuse è stato il presidente della Bce Mario Draghi durante una audizione al Parlamento europeo. «Coloro che pensano di poter uscire dall'euro, magari per svalutare del 40% la valuta sono degli ingenui. Ma questi signori pensano davvero - si è chiesto metaforicamente Draghi - che gli altri accetterebbero una svalutazione del 40% senza far nulla?». «L'euro è irreversibile», ha detto Draghi. «Quello che uno pianifica per uscirne è effimero. Se un Paese pensasse di lasciare l'euro per evitare le necessarie riforme strutturali si sbaglierebbe di grosso: dovrebbe anzi effettuare riforme più dure fuori dalla protezione dell'euro».

«Cauto ottimismo per Paesi sotto programma»
«Penso che un messaggio di cauto ottimismo possa essere trasmesso oggi» per i paesi in difficoltà dell'eurozona finiti sotto programma. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi davanti all'Europarlamento, in quanto «sono stati raggiunti grandi progressi, se pensiamo alla situazione di un anno e mezzo fa». «Se vengono perseguite le politiche giuste, il superamento della crisi s'impone, e i paesi possono attraversare il fiume dove sull'altra riva ci sono più posti di lavoro e maggiore crescita».

«Preoccupato» per meccanismo di risoluzione bancario
Mario Draghi ha detto all'Europarlamento di essere «preoccupato» per l'eccessiva complessità del processo di decisione nel quadro del Meccanismo unico di risoluzione delle banche. In particolare gli accordi sul finanziamento, che a termine prevedono il trasferimento dei fondi al meccanismo unico in dieci anni, «possono non essere adeguati». «Non possiamo creare un meccanismo unico di risoluzione che é unico solo nominalmente», ha aggiunto. Secondo Draghi il meccanismo unico di risoluzione deve fondarsi su tre elementi: il sistema deve essere unico, occorre che l'autorità che prende le decisioni sia unica e occorre un vero, effettivo Fondo finanziario.

Bce pronta a intervenire nell'ambito del suo mandato
La Banca centrale europea è pronta a valutare «tutti gli strumenti possibili» di intervento sulla debolezza di economia e inflazione dell'area euro, mantenendosi nell'ambito del suo mandato. «La politica monetaria sarà accomodante per tutto il tempo necessario». La ripresa della domanda interna si deve grazie alla nostra politica accomodante, e pian piano i miglioramenti si muovono verso l'economia reale». Lo afferma il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel corso dell'audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo. In generale, aggiunge, «Ci vuole tempo perché le nostre decisioni si riflettano sull'economia reale».

Banche, presto i parametri di revisione
«A inizio 2014 annunceremo i parametri» relativi all'esame di bilanci delle principali banche europee che sara' condotto dalla Bce. Lo ha confermato il presidente della Bce Mario Draghi in audizione all'Europarlamento. Per quanto riguarda il compito di supervisione unica della Bce «il nostro lavoro preparatorio - ha spiegato Draghi - sarà completato per novembre 2014: vogliamo essere sicuri che il nostro focus sulla stabilità dei prezzi non sarà influenzato dal nostro ruolo di supervisione».

Nessun aiuto particolare all'Italia
Nelle scelte della Bce «non ci sono state misure straordinarie per l'Italia». E' secca la risposta del presidente della Bce Mario Draghi in audizione all'Europarlamento alla domanda di un parlamentare.

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