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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2013 alle ore 08:52.
L'ultima modifica è del 27 dicembre 2013 alle ore 19:05.
È saltata, per oggi, l'assemblea di Banca Mps, per la mancanza del quorum. All'appuntamento era presente solo il 49,31% dei soci, mentre il quorum indispensabile per l'avvio dell'assise era del 50%+1 del capitale. In seconda convocazione, con un quorum che scende ad un terzo del capitale, l'assemblea è convocata per domani. Lunedì la terza eventuale convocazione solo per la parte straordinaria.
In altalena il titolo in Borsa. In un primo momento infatti sembrava che la soglia critica del 50% + 1 degli azionisti fosse presente e che quindi l'assemblea potesse prendere il via. Poi però, quando si è capito che l'obiettivo era stato mancato per un soffio, il titolo è scivolato in rosso. Le quotazioni di Borsa della banca senese restano tuttavia piuttosto volatili anche in ragione degli scarsi volumi di scambio che contraddistinguono le sedute a ridosso delle festività.
«Noi non abbiamo mai smesso di lavorare e il nostro atteggiamento non è mai cambiato». ha detto Antonella Mansi, presidente di Fondazione Mps che si è detta «serena» in vista dell'appuntamento di domani.
L'assemblea sarà chiamata a deliberare l'aumento di capitale da 3 miliardi di euro necessario a ripagare oltre metà dei Monti Bond. Una decisione che però appare tutt'altro che scontata. Se il management della Banca propone di effettuare l'aumento a gennaio, la Fondazione Mps guidata dalla Antonella Mansi chiede uno slittamento a giugno e, in virtù del suo 33,5%, ha il potere di veto sulla delibera avanzata dal CdA.
Martedì scorso, alla vigilia di Natale, il presidente di Mps Profumo ha inviato una irrituale lettera aperta agli azionisti, invitandoli a partecipare all'assemblea.
Nella lettera pubblicata sul sito internet della Banca, Profumo afferma che l'assemblea «può, tra l'altro, porre le fondamenta per dare attuazione al piano industriale» e «partecipare a questo importante momento della vita sociale rappresenta quindi la possibilità di essere parte attiva del cambiamento in atto nella banca più antica del mondo».
Negli ultimi giorni ci sono stati tentativi di «salvataggio» della Fondazione, anche con il coinvolgimento dell'Acri e del sistema delle Fondazioni, ma pare che, almeno al momento, le trattative non siano giunte a un risultato concreto. Dunque, a meno di colpi di scena dell'ultima ora, si profila uno scontro frontale tra management e fondazione.
Se venisse bocciata la linea di Rocca Salimbeni per un aumento di capitale a gennaio il vertice di Mps potrebbe anche arrivare alle dimissioni. Sempre alla vigilia di Natale Profumo ha infatti parlato di «gravi rischi cui la banca sarebbe esposta nel caso in cui l'aumento di capitale fosse posticipato come auspicato dalla fondazione«. Se invece passasse, la linea di Profumo e Fabrizio Viola, come detto dalla Mansi, «ucciderebbe la Fondazione».
Alla fine, però, potrebbero essere bocciate entrambe le delibere, cosa che potrebbe portare a strade ignote e impervie per la banca.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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