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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2014 alle ore 07:33.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2014 alle ore 10:41.

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Oggi si riunisce, come ogni primo giovedì del mese, il consiglio della Banca centrale europea. È un incontro significativo, non solo perché si tratta della prima riunione del 2014. Ma soprattutto perché dalla precedente (5 dicembre) molto è cambiato. Tanto per cominciare la Federal Reserve ha annunciato il tanto atteso tapering (qualche giorno prima di Natale).

L'atteggiamento superespansivo della Fed (dal 2009 ha varato tre piani di quantitative easing iniettando liquidità nel sistema) è diventato un po' più restrittivo (da gennaio la Fed immetterà sul mercato 75 miliardi di dollari anziché 85 e potrebbe ridurre ulteriormente gli stimoli secondo molti operatori a marzo).

Nel frattempo c'è stato anche l'aggiornamento sul dato dell'inflazione che in Europa viaggia allo 0,8%, distante anni luce dall'obiettivo «inferiore ma prossimo al 2%» scritto nei trattati europei.

E poi c'è un'altra novità che potrebbe impattare sulle decisioni della Bce che da sempre oscillano tra le intenzioni espansive delle "colombe" e quelle restrittive dei "falchi". La configurazione del board della Bce - composto dal presidente Mario Draghi, dal vicepresidente, dai rappresentanti delle banche dei Paesi appartenenti all'Eurosistema e dai quattro membri del comitato esecutivo nominati dal Consiglio europeo - è cambiata. Ci sono due nuove membri . Con l'ingresso della Lettonia entra di diritto il presidente della banca lettone Ilmars Rimsevics.

Mentre Jörg Asmussen, entrato nel neo governo Merkel e in passato, cede il posto alla vicepresidente della BundesBank Sabine Lautenschläger. Secondo gli addetti ai lavori nel direttivo della Bce entrano, a conti fatti, due falchi (Lautenschläger, che condivide le posizioni dure del presidente della BuBa, Weidmann, e Rimsevics; mentre esce una colomba, Asmussen). Nei rapporti di forza, insomma è come se in questo 2014 ci fossero tre falchi in più. «Lautenschlager potrebbe essere più vicina alle posizioni di Weidmann. Mentre Rimsevics sembra sposare la view di austerità che appartiene all'area core. È quindi lecito attendersi che lo scontro all'interno del board potrebbe essere aspro nei prossimi mesi», spiegano gli analisti di Ig.

Le colombe si aspettano un atteggiamento più espansivo della Bce . Le misure in tal senso spaziano da un nuovo prestito Ltro (finanziamento agevolato alle banche) standard, un nuovo Ltro "geneticamente modificato" (prestiti agevolati solo a quelle banche che offrono garanzia di prestiti a famiglie e imprese per favorire che la liquidità finisca nell'economia reale e non in operazioni di carry trade sui titoli di Stato dell'Eurozona, sulla linea dei funding for lending scheme adottati dalla Banca di Inghilterra), l'annuncio di tassi negativi sui depositi (per disincentivare il parcheggio della liquidità in Bce e spingere invece i prestiti a famiglie e imprese). Fino all'ulteriore taglio del tasso di riferimento (pagato dalle banche per finanziarsi a breve presso la Bce). Anche se da tagliare è rimasto francamente ben poco (25 punti base). Per i falchi conservatori, invece,le misure espansive alimentano il "moral hazard" dei Paesi più indebitati. Per questo chiedono più austerità. Alcuni sarebbero anche favorevoli a un rialzo dei tassi.

Difficile quindi il compito da mediatore di Mario Draghi a cui però è anche concesso di lavarsi le mani e rifugiarsi nel mandato della Bce (limitato al controllo dell'inflazione e privo di obiettivi sull'occupazione a differenza della Fed statunitense che per statuto deve attuare politiche monetarie volte a contenere il tasso di disoccupazione al 6,5%) .

Ed è questo che si aspetta la gran parte degli operatori per oggi quando la Bce dovrà darà il nuovo indirizzo di politica monetaria. L'inflazione allo 0,8% (il dato medio però nasconde realtà come quelle di Grecia e Portogallo che sono in deflazione e della Spagna i cui prezzi sono vincini a quota zero) potrebbe non essere considerata bassa a tal punto da agire, con un nuovo colpo di fioretto (dopo il taglio dei tassi a sorpresa allo 0,25% annunciato a novembre) già nella prima riunione dell'anno. Combattere la disoccupazione (in Spagna al 26%, in Italia al record del 12,7%, 41,6% quella giovanile, etc.) spetta ai governi. Almeno così dicono i trattati.

twitter.com/vitolops

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